Serramanna.

Grano: la stagione è buona, i prezzi no 

Mietitrebbiatrici in azione, agricoltori insoddisfatti nonostante resa e qualità 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

L’annata del grano, tornata quest’anno su buoni livelli per rese a qualità, non soddisfa gli agricoltori che devono fare i conti con il calo dei prezzi praticati dagli imprenditori del settore della macinazione e della panificazione, inferiori rispetto all’annata passata. Tra , Samassi , Serrenti , Villasor e Nuraminis , un territorio vocato alla cerealicoltura oltre che alle colture irrigue, le mietitrebbiatrici sono entrate in azione da qualche giorno e con i primi conferimenti nei centri di ammasso si alza il velo sul prezzo: da 25 a 30 euro a quintale a seconda del tipo di contratto sottoscritto.

L’ammassatore

A Villasor, in via dell’Agricoltura, nel centro di raccolta di proprietà dell’imprenditore Luciano Podda anche in questa annata si ammassa per il gruppo Cellino il grano duro mietuto dai cerealicoltori di Serramanna, Samassi, Nuraminis, Villasor, Decimomannu e Assemini . «Sono semplicemente un ammassatore – spiega Podda – e posso dire che il prezzo è di 30 euro al quintale per chi ha aderito all’accordo di filiera e di 27 euro per tutti gli altri». La qualità, prosegue, quest’anno è ottima: «Il peso specifico è sopra i 75-80 e vi è la totale assenza di “bianco”. I coltivatori parlano di rese intorno ai 40 quintali a ettaro, con punte di 50: questo potrebbe compensare il prezzo più basso».

I produttori

Rese più alte (quasi il doppio rispetto al 2024) ma prezzi calati, quindi: il dato non sembra soddisfare chi il grano lo coltiva, dalla semina al raccolto, investendo oltre 1.000 euro a ettaro tra lavorazioni, sementi, concimi ed erbicidi. «La stagione, per quanto riguarda le rese, non è male – ammette Nicola Lai, coltivatore di Serramanna nonché consigliere comunale delegato del sindaco Gabriele Littera alle questioni dell’agricoltura – ma sul prezzo invece c'è tanta amarezza, anche perché la qualità è veramente eccellente: quasi 10 euro in meno rispetto allo scorso anno sono un abisso se si pensa che i costi di produzione sono rimasti tali e quali. La speranza è che si vada almeno a pareggiare le spese».

«Lo scorso anno il grano mi è stato pagato a 38 euro a quintale, quest’anno a 30: è troppo poco, così non si rientra nelle spese di produzione», dichiara Luigi Picci, altro coltivatore di Serramanna, vicino agli 80 anni e con la faccia solcata da rughe. Ne ha viste di cotte e di crude, annate buone e altre meno: «Con questi prezzi – sospira – la prossima annata non seminerò».

Mauro Mannias, anch’egli serramannese, ha 20 anni: «Il prezzo che ci è stato promesso è di 27 euro a quintale. La mia è una azienda piccola ed è difficile stare a galla, rientrare dai costi di produzione», confessa. La sua passione di agricoltore per scelta è messa a dura prova. Si può fare ancora cerealicoltura? La risposta al quesito arriva da un altro giovane, Nicola Lai, un altro che i vent’anni li ha valicati da poco: «Quello che doveva essere il cavallo di battaglia di tutti gli agricoltori, il grano, si sta rivelando un vero e proprio fallimento per il comparto agricolo».

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

• Accedi agli articoli premium

• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?