Tre milioni di pezzi venduti nell’anno che sta per concludersi, un’identità interamente sarda (dell’Oristanese, con la sede dell’azienda a Terralba) e un successo che va ben oltre i confini nazionali. È Gavina, la mini anguria dolce e senza semi che da quasi 20 anni è riconosciuta e apprezzata non solo nell’Isola.
Un’idea azzeccata che nasce nel 2006, con la O.P. Agricola Campidanese – la maggiore organizzazione di produttori sarda – che decide di investire in un settore all’epoca poco battuto. Il 2008 è il primo anno di produzione, con un’ascesa vertiginosa che in poco tempo ha portato a sfondare il milione di pezzi e nel 2011 ad approdare oltre Tirreno.
Il 2025 ha visto 2 milioni di angurie Gavina vendute, attorno al 15% di crescita rispetto al 2024, più circa 800.000 della novità Gavina Black, dalla buccia nera e sottile col calibro ancor più ridotto. L’indotto è di oltre 1000 lavoratori, con fatturato di 24 milioni di euro.
La storia
Gavina è tra i prodotti dell’altrettanto noto marchio “L’Orto di Eleonora”. «Il 2025 ci ha fatto vedere un panorama diverso e un mercato che può cambiare per eventi climatici o altro, ma i prodotti riconosciuti Gavina fanno la differenza», afferma il direttore commerciale Salvatore Lotta. «Vogliamo essere competitivi sul mercato, dando sempre un prodotto di qualità. Anche perché è un brand affermato: ormai i nostri clienti non chiedono “un’anguria”, ma Gavina».
I dati parlano di un prodotto d’élite: peso medio di 1,8 chili (massimo 2,5) con 35.000 quintali di Gavina all’anno più 15.000 di Gavina Black, coltivati in un’area (dalle campagne di Samassi a tutto l’Alto Oristanese) di oltre 100 ettari.
L’impegno
L’obiettivo dell’azienda nel 2026 è «innovazione, qualità e produrre un prodotto che possa essere acquistato da tutti per la qualità», segnala Lotta.
Le stime di crescita per il nuovo anno sono di un ulteriore 10%, ma nel frattempo Gavina è già richiestissima in campo internazionale: Germania, Austria, Svizzera, Polonia e Danimarca sono solo alcuni dei Paesi dove è venduta.
E parte del ricavato viene reinvestita in progetti sociali: la Cooperativa, da oltre 10 anni, segue un villaggio in Burundi finanziato proprio con una campagna promossa grazie a Gavina. «Domani si terrà la decima edizione della Cena Solidale, un appuntamento ormai fisso per aiutare chi vive in Burundi a migliorare la propria condizione», conclude Lotta.
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