Il suo record è 63 minuti. Uno dopo l’altro, a Verona. Tre maglie da titolare per Gianluca Gaetano in questa stagione, per il resto Pisacane ha preferito farlo partire dalla panchina. Come quei medicinali che prendi per il mal di testa, speri che facciano effetto subito perché vuoi stare meglio. Nel campionato gestito da Nicola, otto volte aveva cominciato nei primi undici, sette volte era rimasto a guardare, il ginocchio quasi mai a posto gli aveva fatto saltare l’ultima a Napoli, la città natale. Da febbraio ‘24, dopo lo sbarco da Capodichino, aveva regalato – con Ranieri al timone – il meglio del suo repertorio: quattro gol, interpretazioni beneauguranti, perfino un cartellino rosso.
Oggi, per uno dei maggiori investimenti dell’era Giulini, sei milioni da pagare in tre anni, la realtà è diversa dalla fantasia. Lo stiamo aspettando, sembra sussurrare Pisacane anche se non lo dirà mai: in tre occasioni è stato scelto per partire dal primo minuto, per il resto è saltato sul treno in corsa. Con una sottile differenza rispetto alle premesse e alle prime uscite: a Roma lo abbiamo visto (bene) soprattutto nella sua metà campo, nelle insolite vesti di doppio regista vicino a Prati secondo il piano tattico di Pisacane. Ha anche cercato il gol, ci è andato vicino.
Lo strano percorso
Con la Fiorentina gioca l’ultimo quarto d’ora e il medicinale funziona, perché il Cagliari acciuffa il pareggio. A Napoli Pisacane sogna l’impresa e nel finale lo butta dentro, ma passa Conte in pieno recupero. Col Parma è titolare e gioca meno di un’ora, vittoria. A Lecce è in campo nell’ultima mezzora e contribuisce al successo esterno. Alla Domus con l’Inter gioca gli ultimi 30 minuti, sempre da trequartista, ma non funziona. Salta la trasferta di Udine per un problema muscolare, nella disfatta col Bologna lo vediamo negli ultimi 15 minuti ma soprattutto in mezzo al campo, a Verona è negli undici e batte il suo record di minutaggio, 63, Pisacane lo sistema vicino all’attaccante titolare, Borrelli. Col Sassuolo gioca gli ultimi 28 minuti, non è devastante.
E siamo alla sfida con la Lazio, regista aggiunto, 57 minuti trascorsi soprattutto nel settore centrale, prima della linea di metà campo. L’impressione è stata buona: il sito Sofascore, che analizza con la massima cura ogni istante delle partite di Serie A, nella sua “mappa di calore” riporta una macchia rossa, ovvero dove il calciatore ha stazionato maggiormente, nel caso di Gaetano dietro il cerchio di centrocampo. Alcune belle giocate, oltre il tiro quel suggerimento per Folorunsho, decine di passaggi riusciti ma nella zona più calda del campo, l’area della Lazio o aree limitrofe, poco o nulla. È un cambio di pelle? Un’ipotesi di lavoro per inaugurare una nuova gestione del talento napoletano oppure solo un tentativo di confondere le idee a Sarri? Gaetano, che nel primo tempo avrebbe chiesto di uscire per un problema di stomaco, è più di quanto abbiamo visto in questa prima parte di campionato: per tornare al centro del progetto servono le sue trovate. E magari qualche gol.
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