La bocciatura, da parte della Consulta, della legge trentina che introduce la possibilità del terzo mandato per il presidente della Provincia autonoma ha inevitabili ripercussioni politiche nel centrodestra. Il presidente leghista, Maurizio Fugatti, per ora non si espone: «Attendiamo il testo della sentenza per avere l'analisi delle motivazioni», dice. La decisione della Corte costituzionale - che vale ovunque nel Paese - impedisce all'attuale governatore di ricandidarsi al termine del suo secondo quinquennio.
Fratelli d'Italia coglie la palla al balzo per chiedere il rispetto di «tutti gli accordi elettorali, anche quelli che prima del voto riconoscevano a FdI la vicepresidenza della Provincia autonoma di Trento». La decisione del Governo di impugnare la legge aveva causato uno strappo tra la Lega e il partito di Meloni. Pochi giorni dopo Fugatti aveva tolto alcune competenze e la vice presidenza della Provincia a Francesca Gerosa di FdI, che adesso rivendica anche la «centralità nella coalizione», viste le percentuali delle ultime elezioni, con FdI in crescita. Il Carroccio giustifica la “via trentina” con l'autonomia speciale, il partito di Meloni insiste sul limite dei due mandati.
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