Putifigari difende l’area archeologica: «Daremo battaglia in Conferenza dei servizi»

Fotovoltaico sulla Domus, la rivolta dei sindaci 

La Giunta: «Calpestati i valori identitari e la nostra storia» 

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Sull’ennesimo colpo basso al paesaggio millenario della Sardegna la sindaca di Putifigari, Alessandra Contini non nasconde la tensione. In gioco c’è il futuro di un territorio che ha scelto di scommette sul valore archeologico dei suoi gioielli: le Domus de Janas. Tesori che raccontano la storia più antica della Sardegna, oggi minacciati da un progetto che rischia di snaturare per sempre il contesto che li circonda. Ad un passo dalla “casa delle fate” di S’Incantu, sito appena inserito nel patrimonio dell’Unesco, potrebbe sorgere un impianto fotovoltaico di 70 ettari, «poi dimezzati», scrive la Regione, anche se 35 sono sempre tanti. Con un decreto datato 3 ottobre, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha già dato il via libera alla valutazione di impatto ambientale. «Dal punto di vista politico – afferma Antonella Contini – l’amministrazione comunale si esprimerà nelle sedi opportune. Il luogo preposto per esprimere il proprio dissenso sarà la conferenza dei servizi che verrà indetta dalla Regione. L’individuazione delle aree idonee è rimessa all’attenzione della Corte Costituzionale, il cui esito sarà dirimente per valutare la fattibilità dell’intervento».

Le difficoltà

Parole che riflettono la difficoltà di chi oggi si trova a difendere il territorio con strumenti sempre più deboli. «Il ministero dell’Ambiente passa sopra tutto e tutti, come un rullo compressore», commenta senza mezzi termini il sindaco di Villanova Monteleone, Quirico Meloni, solidale con Putifigari. Un paradosso che grida allo scandalo: da un lato si celebra la Sardegna antica come bene universale da tutelare, dall’altro si permette che un pezzo di quel paesaggio venga sacrificato alla “transizione ecologica” calata dall’alto. «Il parco fotovoltaico si inserisce in un contesto che interessa anche i territori confinanti di Villanova Monteleone e Ittiri, dove dovrebbero sorgere circa 34 torri eoliche alte 200 metri, suddivise nei progetti Alas 1, Alas 2 e Monte Rosso», avverte Meloni. «Un contesto di grande valore ambientale, paesaggistico e archeologico, con boschi, nuraghi, Domus de Janas, aree Sic e Tombe dei Giganti. I sindaci, dopo il Decreto Draghi e la posizione del Governo nazionale, hanno le armi spuntate», aggiunge.

La Regione

Da Uri, il sindaco Matteo Emanuele Dettori è al fianco di Putifigari. «Sosterremo le azioni che intraprenderà per la tutela del territorio - assicura - e dei siti archeologici. Confermiamo la nostra ferma opposizione agli interventi dissacratori del territorio». Eppure, la Regione aveva detto no. Ma il Ministero ha tirato dritto. Un fatto che l’assessore regionale all’Urbanistica Francesco Spanedda definisce gravissimo. «Valutare positivamente un intervento di questo tipo, a ridosso di beni riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, significa ignorare la storia, l’identità e l’autonomia della Sardegna», denuncia Spanedda, ricordando che l’area è di eccezionale valore paesaggistico e archeologico. «La Sardegna non è terra di conquista energetica», incalza, «vogliamo una transizione giusta, rispettosa del paesaggio e del territorio, come già previsto dalla nostra legge regionale. Il Governo nazionale impone scelte dall’alto, ignorando le nostre competenze e i pareri del ministero della Cultura. La transizione non può diventare un pretesto per consumare suolo. Difenderemo in ogni sede il valore culturale, ambientale e identitario del territorio».

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