L’inchiesta.

Finte aste giudiziarie: la truffa è servita 

Una quindicina di querele nelle mani dei pm: una vittima sarebbe arrivata a togliersi la vita 

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Potrebbe esserci una vera e propria banda specializzata in truffe dietro una serie interminabile di raggiri nei confronti di persone che cercavano di acquistare un’abitazione o delle auto, col miraggio di mettere a segno l’affare della vita grazie alle aste giudiziarie. Ne sono convinti alcuni magistrati della Procura che, da circa un anno e mezzo, stanno indagando su una raffica di querele presentate dalle presunte vittime dei raggiri e che, dopo aver versato migliaia di euro per la caparra o per concludere l’atto di vendita, hanno scoperto che non esisteva alcuna asta e che i documenti che avevano consultato, grazie ad una fantomatica agente immobiliare, erano completamente falsi. Impossibile, al momento, capire quanti possano essere stati i truffati, ma questo sistema di raggiri potrebbe anche essere all’origine di un drammatico suicidio e di un altro sventato per fortuna all’ultimo istante.

I raggiri

Ci sono dei nomi ricorrenti, specialmente quello della fantomatica agente immobiliare, in tutte le querele che da oltre un anno stanno piovendo in Procura e che denunciano le presunte truffe, tutte messe a segno con lo stesso stratagemma. Raggiri nati con proposte di affari eccellenti, come ad esempio alcune case messe all’asta al Poetto o in zone residenziali di Cagliari, da aggiudicarsi a prezzi più che competitivi. Tutto – raccontano le vittime – sembrava più che rassicurante: i documenti con la carta intestata dei tribunali, le società o i privati falliti che hanno perso gli immobili su decisione del giudice, le date delle vendite all’incanto dei beni proposti, così come le relazioni peritali sulle case. Peccato che, in realtà, tutto era stato ideato dai fantomatici esperti di aste giudiziarie che propongono l’affare della vita agli ignari acquirenti. E nella trappola sarebbero finite coppie, commercianti, ma anche nomi eccellenti di professionisti cagliaritani intenzionati ad investire piccoli capitali.

Fantomatica esperta

In tutte le querele (una quindicina quelle che al momento sarebbero già passate nelle mani dei pm Marco Cocco, Enrico Lussu, Diana Lecca e Mario Leo) ci sarebbe il nome ricorrente di una fantomatica esperta di aste giudiziarie che, in realtà, dopo aver incassato direttamente o indirettamente i soldi, sarebbe svanita nel nulla senza poi più rispondere al telefono. Ma il sospetto è che non operasse da sola, visto che alcuni che hanno perso migliaia di euro hanno poi chiarito di essere arrivati a lei attraverso altre persone. Sulle truffe, già da tempo, stanno indagando gli investigatori della Guardia di Finanza, ma al momento ogni fascicolo risulterebbe separato, senza che l’inchiesta sia stata ricondotta ad un unico magistrato. In qualche caso lo schema varierebbe di poco: anziché case, i raggiri avrebbero riguardato delle auto di lusso, ma alla fine l’esito è sempre stato lo stesso. Affare saltato e soldi spariti.

Il sospetto di suicidi

In due casi, le presunte truffe potrebbero anche aver provocato conseguenze ben peggiori, almeno secondo i familiari delle vittime. Nei mesi scorsi si sarebbe registrato un drammatico suicidio di un agente immobiliare (che prima di morire ha denunciato di aver perso con altri professionisti oltre un milione di euro) e il tentato suicidio di una donna che, dopo aver perso decine di migliaia di euro, ha deciso di farla finita, venendo salvata all’ultimo dal marito. Nel primo caso i familiari si sono rivolti ad un avvocato che sta seguendo l’evoluzione dell’inchiesta.

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