L’ultima volta di Gianfranco Fini ad Atreju fu nel 2008, nel 2010 fu fischiato in contumacia e 14 anni fa Giorgia Meloni, dopo aver «riflettuto moltissimo», decise di non invitarlo più. «Comunque - disse l’allora presidente della Giovane Italia - penso sia inevitabile che torni in futuro». Quel futuro è arrivato, e il leader di quella che fu Alleanza nazionale oggi salirà sul palco della festa di FdI, nell’evento clou della terza giornata: un confronto con Francesco Rutelli, 32 anni dopo la sfida per il Campidoglio che segnò l’avvento del bipolarismo e della Seconda Repubblica. Un passaggio significativo, anche perché ora il partito della premier vede «le condizioni per entrare in una Terza Repubblica, con una destra pienamente di governo», come ha spiegato Giovanni Donzelli. «L’invito che abbiamo fatto a Fini e Rutelli parte da qui - ha chiarito il responsabile organizzazione di FdI - Non è solo una voglia di amarcord». È però la fine di una damnatio memoriae per Fini, che nei giorni scorsi si è detto «commosso» per la possibilità di tornare fra i protagonisti di quella che è considerata la più grande festa della destra italiana. L’ultima volta salì sul palco il 13 settembre 2008, l’anno successivo dovette rinunciare per altri impegni. Poi basta. Nel 2010 tutto cambiò con la frattura con Silvio Berlusconi, e quel “che fai mi cacci?” durante il Consiglio nazionale del Popolo della libertà. Qualche mese più tardi ad Atreju, ci andò il Cavaliere e gli bastò nominare Fini per generare una bordata di fischi dei ragazzi della Giovane Italia, nata dalla fusione delle organizzazioni giovanili di An e Forza Italia.
Il dibattito di oggi sancisce il riavvicinamento, dopo mesi in cui Fini ha «preso atto di aver sbagliato» a non credere in Meloni e le ha riconosciuto di aver fatto un «autentico capolavoro» nel «ricomporre una comunità politica», nonché di aver «dimostrato con i fatti la postura internazionale dell’Italia». L’invito ad Atreju, ha sottolineato l’ex leader di An, «arriva da parte di giovani che nel ’93 non erano nemmeno nati. Vogliono capire il passato, le radici, invece di reciderle». E chissà che Meloni non decida di presentarsi ad Atreju per il grande ritorno. Per ora non è previsto, ma «questa è casa sua - dicono da FdI - viene quando vuole, non deve avvisare».
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