Impugnata, perché «nel silenzio del legislatore statale, l’iniziativa legislativa regionale in materia è passibile di censure». Con questa motivazione il Governo ha spedito davanti alla Corte costituzionale la legge sarda sul fine vita approvata a settembre (lo stesso è successo a maggio con il testo normativo della Toscana). Nell’Isola adesso è rivolta, tutta combattuta sui contenuti.
«La decisione del Consiglio dei ministri rappresenta un atto grave, che colpisce un percorso costruito con serietà, responsabilità e nel pieno rispetto delle sentenze della Consulta», ha scritto il Pd regionale sui social. Per Silvio Lai, il deputato che guida i democratici sardi, «il Governo Meloni pretende di decidere come ciascuno di noi debba vivere e morire, negando alle persone il diritto fondamentale all’autodeterminazione e alla dignità negli ultimi momenti della propria vita». Roberto Deriu, presidente dei dem in Consiglio regionale, difende l’impostazione della legge: «Si muove nel solco tracciato dalla Corte costituzionale, ancora una volta» l’Esecutivo nazionale ha «perso l’occasione di dare una risposta di civiltà alle necessità dei nostri cittadini».
Sempre sui social, si indigna +Europa. «Invece di approvare finalmente una legge sul fine vita, come la Consulta e gli italiani chiedono da anni, il Consiglio dei ministri impugna le leggi regionali che provano a non lasciare sole le persone più fragili». Per il partito, questo in carica «è un Governo che ascolta. Ma non i cittadini. Ascolta i Pro vita e chi vuole imporre la propria morale a tutto il Paese. Prima hanno provato a bloccare la legge toscana, ora ci riprovano con quella sarda. Sempre la stessa storia: fermare chi chiede dignità e libertà».
Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, bollano «l’impugnazione come ideologica e priva di fondamento giuridico, volta a ostacolare un diritto già riconosciuto dalla Corte costituzionale. Intanto troppe persone continuano a soffrire o a emigrare per morire con dignità». Dai Cinque Stelle, anche la senatrice Sabrina Licheri parla di «solita ideologia della destra», mentre il deputato Mario Perantoni considera «ignobile trasformare il dolore delle persone in un terreno di polemica e strumentalizzazione politica, come fa la maggioranza al governo».
Nel centrodestra reagisce il consigliere regionale di FdI, Corrado Meloni: «La Giunta Todde e il Campo largo, collezionisti di leggi impugnate per evidenti profili di incostituzionalità, possono aggiungere al palmares anche la norma sul suicidio medicalmente assistito. Un triste record senza eguali nella storia politica isolana, un primato che questa maggioranza ha intenzione di consolidare pericolosamente a danno dei sardi». Per Meloni, «Pd, M5S e alleati sprecano tempo prezioso in provvedimenti inutili: legiferare avendo in mente soltanto la propaganda ideologica o sperando di scaricare le colpe sul Governo nazionale, ha il solo obiettivo di camuffare la propria incapacità nell’amministrare, come già accaduto nel caso delle aree idonee. L’unico campo che li vede compatti e insuperabili è quello della spartizione delle poltrone, come per la leggina sulla sanità». ( al. car. )
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