La tragedia

Esperto speleosub muore nelle acque di Su Gologone 

Sotto sequestro l’attrezzatura usata Il sindaco di Oliena: missione di ricerca 

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È morto inseguendo il suo sogno, nelle acque di Su Gologone, la maestosa risorgiva carsica che sgorga ai piedi del Supramonte, monumento naturale e simbolo identitario della Barbagia. Luca Pedrali, speleosubacqueo esperto di 60 anni, originario di Salò, ha perso la vita ieri mattina durante un’immersione esplorativa nelle profondità del sistema sommerso. Era impegnato in un progetto di ricerca autorizzato, unica possibilità per immergersi, alla scoperta di uno dei misteri idrogeologici più affascinanti dell’Isola. Secondo una prima ricostruzione, Pedrali avrebbe accusato un malore nella fase di risalita. È riuscito a emergere, ma ha perso conoscenza poco dopo. I tentativi di rianimazione per salvarlo, effettuati dai soccorritori del 118, si sono rivelati vani.

Sotto il Supramonte

Luca Pedrali partecipava a un progetto esplorativo di alto livello tecnico e scientifico. Due squadre di speleosub erano impegnate in contemporanea: una a Su Gologone, l’altra nella vicina grotta di Mussin Tomasu, con l’obiettivo di verificare un possibile collegamento tra i due ambienti ipogei. Luca si immergeva insieme a un compagno di nazionalità francese. I due erano scesi fino a 100 metri di profondità, utilizzando sofisticati “rebreather”, apparecchi a circuito chiuso che riciclano l’aria respirata, consentendo lunghe permanenze in profondità. Durante la risalita, che richiede cambi di miscela e rigorose tappe di decompressione, Pedrali avrebbe comunicato al compagno un improvviso problema, decidendo di interrompere la procedura per emergere più rapidamente. Il compagno, che aveva ancora quasi due ore di autonomia, non ha potuto aiutarlo direttamente: con l’attrezzatura a circuito chiuso non è possibile condividere l’aria come nei sistemi tradizionali. Inoltre, ogni sub utilizza un computer indipendente, che calcola in tempo reale ogni dettaglio. L’emergenza è stata immediatamente comunicata, ma il tragico epilogo si è consumato in pochi minuti.

Soccorsi inutili

Sul posto sono intervenuti gli uomini della Squadra Mobile di Nuoro, i Vigili del fuoco con i sommozzatori specializzati dei comandi di Cagliari, Sassari, con il Saf di Nuoro, supportati dal corpo nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas). Al momento dell’emersione di Pedrali, infatti, non si sapeva se anche gli altri sub avrebbero potuto avere necessità di supporto. Le operazioni di soccorso hanno coinvolto anche la seconda squadra, impegnata a Mussin Tomasu, composta da cinque sub che sono stati riportati in superficie in sicurezza. L’attrezzatura di Luca Pedrali è stata posta sotto sequestro per raccogliere tutti i dati tecnici e capire cosa non abbia funzionato.

Missione autorizzata

A confermare la regolarità dell’operazione è stato il sindaco di Oliena, Bastiano Congiu, che ha espresso cordoglio a nome dell’intera comunità: «Era tutto autorizzato. Il gruppo era già venuto a Su Gologone tra maggio e giugno. Era un’attività seria, di ricerca, che avrebbe dovuto presentare anche a noi del Comune. Siamo profondamente colpiti. Su Gologone è parte della nostra identità. Siamo vicini alla famiglia e alla comunità speleosubacquea».

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