L’iniziativa

«Emergenza diabete, la burocrazia rallenta la cura dei pazienti» 

L’accesso ai farmaci innovativi avviene in ritardo rispetto alla media 

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In Sardegna le persone affette da diabete sono oltre 102mila, il tasso di ospedalizzazione quando la patologia non è controllata sfiora il 12,99% (la media nazionale è del 7,33%). Al di là dell’incidenza elevatissima, c’è qualcosa che non funziona nella presa in carico della malattia, considerato che l’accesso alle tecnologie innovative (farmaci e dispositivi) avviene in 6-7 mesi, a fronte di una media nazionale di 2-3 mesi. E qui che si inserisce il ruolo delle associazioni di pazienti, soprattutto in ottica di collaborazione con l’obiettivo di superare criticità ed errori. Associazioni centrali nel “Progetto pilota della Sanità partecipata” promosso dall’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e presentato a Cagliari da Teresa Petrangolini, direttrice del Patient Advocacy Lab di Altems.

Obiettivi

L’obiettivo è aprire e rafforzare il dialogo tra associazioni e amministrazioni, per favorire una migliore pianificazione e valutazione dei servizi sanitari regionali. In pratica: promuovere forme di sanità partecipata in generale, ma con un focus specifico sul tema del diabete e dell’accesso alle cure. Petrangolini, assieme alle associazioni presenti (Cittadinanzattiva, Fand, Diabete zero, Asnet, Diabete Italia, Rete sarda diabete) ha presentato le esigenze dei pazienti, sottolineando l’importanza di fare tesoro della loro esperienza e competenza, come si sta facendo in altre Regioni.

Dialogo

L'evento ha dato l’avvio a un dialogo strutturato tra associazioni e autorità regionali per sviluppare, già a partire dal 2026, una tabella di marcia condivisa, verso un sistema sanitario realmente partecipativo, che risponda alle esigenze delle persone affette da diabete e dalle altre patologie croniche. «Le associazioni hanno tante informazioni necessarie per chi governa la sanità, per capire come migliorare le cose, come superare gli ostacoli e ridurre gli errori», ha spiegato la direttrice di Patient Advocacy Lab di Altems all’iniziativa che si è tenuta alla Fondazione di Sardegna, «ora lanciamo il progetto. Abbiamo già dialogato con l’assessore Bartolazzi che ci ha assicurato il grande interesse della Regione e contiamo di entrare nel vivo già da gennaio».

Per il presidente di Diabete Zero, Francesco Pili, «la sanità partecipata può dare voce a tutte le associazioni che si occupano di diabete». Come? «Permettendo di stare nei tavoli istituzionali dove vengono prese decisioni, anche tecniche come l’approvvigionamento delle ultime tecnologie che spesso viene rallentato per problemi di gare e altro, ma il paziente diabetico non può sempre aspettare questi tempi dilatati».

Numeri

Ogni anno nell’Isola si registrano quasi 130 nuove diagnosi tra i bambini sardi. Emerge, tra l’altro, che 1.400 bambini e ragazzi, di età compresa tra 0 e 18 anni, risultano attualmente in carico. L’incidenza, in questo caso, è pari a 74 casi ogni 100 mila minori, contro una media nazionale di 15 - 20 casi annui.

Quanto all’incidenza record nell’Isola – oltre 102mila affetti dalla patologia – Pili ha manifestato preoccupazione soprattutto «per tutti quelli che hanno un diabete silente e ancora non l’hanno intercettato». (ro. mu.)

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