Torino. L’attacco di venerdì alla redazione è stato «brutale e vile, un tentativo evidente di intimidire chi ogni giorno lavora per raccontare la realtà con rigore, serietà e indipendenza». Lo ha detto John Elkann, ad di Exor, alla redazione della Stampa, avvertendo: «Prendiamo estremamente sul serio ciò che è successo. Violare questo giornale, questa redazione, è inaccettabile». La Digos ha identificato 36 Pro Pal che hanno preso parte al raid, giovani e giovanissimi riconducibili all’area dell’autonomia e ai collettivi studenteschi: per loro si profila una denuncia in procura, dove è stato aperto un fascicolo per danneggiamento (ma la Digos valutando anche violenza privata, invasione di edifici e imbrattamento). Resta la bufera sulla giurista Francesca Albanese, che pur condannando il raid lo aveva definito «un monito» per la stampa: dalla Lega e da FdI ma anche dal Pd arrivano inviti a revocarle le cittadinanze onorarie. E Antonio Tajani prende di mira il centro sociale Askatasuna: «Va chiuso perché è fonte costante di aggressioni e violenze». Intanto Matteo Saudino, prof di storia e filosofia in un liceo a Torino e youtuber di grande successo, si rivolge ai giovani: «Condivido la rabbia», ma «l’azione squadrista contro un giornale, che tra l’altro nell’ultimo anno ha cambiato anche linea editoriale denunciando i crimini di Israele, quale obiettivo politico aveva?».
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