Era tutto previsto. Ma non per questo meno duro da digerire. Dopo il boom degli anni scorsi, il calo delle costruzioni in Sardegna nel 2025 è principalmente figlio dello stop al Superbonus, l’incentivo che dal 2020 ha dato una spinta senza precedenti al comparto dell’edilizia privata. Ma a rallentare una delle locomotive dell’Isola c’è anche la fine degli investimenti finanziati dal Pnrr, altro grande propellente per gli investimenti pubblici degli ultimi anni.
Analisi
Un bilancio generale lo ha fatto la Cna regionale, puntuale nell’analizzare l’andamento dello scorso anno e a tracciare anche il trend per quello in corso, anticipando un 2025 dalle mille incertezze che dovranno avere soluzioni tempestive.
«La decisa revisione delle norme sul Superbonus nel 2023 ha indebolito il segmento del rinnovo residenziale, che nel 2024 e 2025 registra contrazioni a doppia cifra», dichiarano Francesco Porcu e Mauro Zanda, rispettivamente Segretario Regionale Cna e Presidente della Federazione delle Costruzioni. «Mentre le risorse Pnrr e i flussi finanziari destinati alle infrastrutture continuano a sostenere le opere pubbliche, seppur in rallentamento nel 2025. Questa combinazione di fattori segue il passaggio da una fase di espansione sostenuta (2021 – 2023) ad un ciclo più vicino ai trend di medio periodo, con una netta riduzione degli stimoli privati e una dipendente crescita della componente pubblica».
Le previsioni fino a dicembre non sono in effetti confortanti: «Il mercato delle costruzioni si attesterà sui 7,4 miliardi, per effetto di una contrazione che in termini reali è pari al 4,5%, con gli investimenti che si riducono del 5,9%», dice ancora Cna. «A moderare l’entità del calo è la tenuta delle opere pubbliche (+0,1%) e la manutenzione ordinaria (+1,2%) che attuano gli effetti della caduta del residenziale (-11,4%) e del non residenziale (-3,7%)».
I territori
L’analisi delle dinamiche territoriali, propone per il 2024 una contrazione dei due mercati principali con Cagliari e Sud Sardegna che insieme a Sassari riduce la produzione del 4% circa; Nuoro (+5,5%) trainata dell’espansione delle opere pubbliche, Oristano (+12%) sostenuta dalle infrastrutture e dall’edilizia non residenziale.
Nel 2025 solo Oristano rimarrà in territorio positivo (+8,6%), mentre Sassari (-8%) seguita da Nuoro (-4,9%) e Cagliari e Sud Sardegna registrano flessioni significative (-3,5%). Il 47% della produzione regionale è appannaggio di Cagliari e Sud Sardegna con 3,6 miliardi; al secondo posto si colloca la provincia di Sassari con 2,4 miliardi, (31%) del totale. Nuoro e Oristano si dividono la restante quota con 984 miliardi (13%) e 720 miliardi (11%).
Segnali positivi
Tra le buone notizie spiccano quelle riguardanti il mercato immobiliare. Le 17.695 transazioni sono in linea con quelle dello scorso anno, ma il calo dei tassi di interesse ha migliorato le condizioni del credito alle famiglie intenzionate ad acquistare una casa.
Tuttavia le sfide del futuro sono tante. «Decisive per il settore saranno le politiche di parte pubblica», concludono Porcu e Zanda. «Da quelle nazionali da cui ci si attende il riordino degli incentivi fiscali, a quelle regionali chiamate ad organizzare le strutture amministrative deputate alla gestione programmata delle risorse pubbliche e in più in generale ad avviare politiche industriali che supportino la qualificazione del sistema dell’offerta, favoriscano i processi aggregativi tra le imprese dando centralità al tema del capitale umano, delle competenze e dell’offerta formativa».
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