Energia

«È tempo di riscoprire la Pratobello» 

Ma in Consiglio spinge solo l’opposizione. Comandini: «La Legge 20 non va disattesa» 

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Alla “Marcia delle Pietre parlanti” è stato il giorno della Pratobello24. La proposta di legge di iniziativa popolare sottoscritta, l’estate scorsa, da 211mila sardi, giace in un cassetto del Consiglio, mentre la legge Aree idonee, la numero 20, quella approvata in autunno dopo un’occupazione dell’Aula e mesi di presidio, corre il rischio di essere cassata dalla Consulta. Già aveva sollevato la questione Davide Fadda, portavoce del Presidio del Popolo sardo, all’arrivo della prima tappa, ricordando che il cammino contro tutte le speculazioni serve anche a ricordare la sostanziale vacatio legislativa in atto in Sardegna. Sta partecipando alla marcia anche l’avvocato Michele Zuddas, che ha seguito le vicende della Rete Pratobello fin dagli albori. Ed è lui a lanciare l’allarme al sistema politico sardo.

L’allarme

«Se qualcuno in Regione poteva pensare di esser riuscito ad archiviare la Legge Pratobello ha commesso un errore», dice Zuddas. «La mobilitazione di questi giorni dimostra il contrario e il prossimo Decreto Pichetto Fratin, assieme alle vicissitudini giuridiche, ampiamente previste, della Legge 20/2024, dovrebbero riportare la Legge Pratobello al centro del dibattito regionale. A meno che la volontà non sia quella di accettare la speculazione energetica».

La commissione

Meno spaventato appare, nel suo seggio del Consiglio regionale, Antonio Solinas (Pd), presidente della commissione Attività produttive: «Rispetto la marcia, ma devo capire meglio i motivi fondanti della protesta», osserva. «Vorrei che i manifestanti venissero qui e ci mostrassero un’autorizzazione una concessa dalla Regione. La Legge 20 tutela il territorio e, fatto salvo l’articolo 3, che permette le intese tra aziende, Comuni e Regione per la realizzazione degli impianti soprattutto agrivoltaici, non vediamo né ora né all’orizzonte speculazioni o assalti». Quindi annuncia: «Se è vero che la Legge 20 attende il giudizio della Corte Costituzionale, vedremo che cosa fare dopo che si esprimerà».

L’opposizione

Pigia sull’acceleratore in modo decisamente sostenuto Alessandro Sorgia (Lega): «La Pratobello24 è l’unica proposta seria per fermare la speculazione energetica in Sardegna, tenerla chiusa in un cassetto è un affronto a oltre 220mila cittadini. Ho depositato un’interrogazione alla presidente della Regione per sapere se intenda finalmente assumersi la responsabilità politica di farla propria, trasformandola in un disegno di legge da portare subito in Aula. Le leggi approvate finora – moratoria e aree idonee – sono fallite. Serve un cambio di rotta, servono atti concreti, non slogan. Chi tace o prende tempo o sta scegliendo da che parte stare». Al pensiero di Sorgia si associa quello del vicecapogruppo di Fratelli d'Italia, Fausto Piga: «Non avere minimamente considerato le oltre 210mila firme raccolte in tutta la Sardegna è stata, da parte della presidente Todde, una mancanza di rispetto inspiegabile. Pertanto, capisco il malcontento popolare. C'è sicuramente spazio per recuperare: alcune parti della Pratobello24 possono essere riprese per mettere in campo la migliore legge possibile, utile a creare un giusto equilibrio tra la tutela del paesaggio e gli interessi legittimi di una transizione energetica per famiglie e imprese».

Il presidente

Ma a chiudere un po’ di porte, almeno in questo caso, provvede il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini:«Fino al pronunciamento della Consulta, la Legge 20 è in vigore e non può essere disattesa in quanto deliberata dall'Assemblea legislativa Sarda», osserva. «Quanto alla marcia in sé, rappresenta una forma di confronto democratico ma, ripeto, sulla tutela del territorio siamo tutti d'accordo, e il Consiglio regionale si è espresso in tal senso».

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