Tribunale.

Delitto del pub: 10 anni e 8 mesi 

Condannato il 20enne Yari Fa, la madre della vittima in lacrime 

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Meno di un’ora di camera di consiglio. Tanto ha impiegato il giudice del Tribunale di Cagliari, Luca Melis, ad accogliere la richiesta di condanna a dieci anni e otto mesi di reclusione nei confronti di Yari Fa, 20 anni, accusato di aver sferrato la coltellata mortale al petto dell’ex carabiniere Fabio Piga, ucciso a giugno dello scorso anno all’interno del pub Donegal, in via Caprera. A chiederla era stato il pm Marco Cocco che, contestando l’omicidio volontario, era arrivato a quella quantità di pena tenendo conto della riduzione di un terzo per la scelta del rito abbreviato e dell’esito perizia psichiatrica che aveva evidenziato come il giovane, pur essendo capace di intendere e di volere, avesse una capacità in parte scemata.

Lacrime in aula

Alla lettura della sentenza la madre dell’ex militare 37enne è scoppiata in lacrime. Un pianto disperato, esploso probabilmente quando ha visto l’imputato salutare e abbracciare uno dei difensori, dopo la lettura del dispositivo. «Perché l’ha abbracciato davanti a me?», ripeteva disperata, confortata a fatica dai familiari, «io mio figlio non lo posso più abbracciare. Io non posso più farlo». Una sofferenza immane, quella della madre di Fabio Piga, esplosa all’improvviso in un pianto inconsolabile dopo varie udienze nelle quali aveva trattenuto a fatica la disperazione. «Per il momento preferiamo non commentare», si è limitato a dire l’avvocato di parte civile, Paolo Pilia, «prima aspettiamo di leggere le motivazioni della decisione».

La ricostruzione

Stando alla ricostruzione della Procura, l’ex carabiniere sarebbe stato addetto alla sicurezza del Donegal. All’origine dell’accoltellamento ci sarebbe stato un battibecco scoppiato nel bagno del locale, dove Fabio Piga sarebbe entrato temendo che si stesse consumando o smerciando della droga. Una volta all’interno avrebbe cacciato via uno dei due giovani, facendo esplodere la rabbia dell’imputato che, impugnato un coltello del pub, avrebbe sferrato un unico fendente che ha raggiunto il 37enne al cuore, causandone la morte in pochi minuti. A quel punto sarebbe stato subito bloccato da altri presenti, sino all’arrivo della polizia.

La difesa

Lunghissima l’arringa del difensore Pier Andrea Setzu, seguita poi da quella della collega, Sara Battolu. I due avvocati hanno evidenziato la fragilità psicologica di Yari Fa sin da quand’era ragazzino: a loro avviso sarebbe più grave di quanto emerso nella perizia. Non solo. A lungo hanno argomentato anche sul fatto che il giovane non avesse volontà di uccidere e hanno ipotizzato che si sia trattato di un omicidio preterintenzionale. Ipotesi totalmente esclusa, invece, sia dalla parte civile che dalla Procura che, invece, non hanno mai avuto dubbi sulla natura di quell’unica coltellata mortale.

La sentenza

Il giudice Luca Melis, dopo le repliche, si è ritirato in camera di consiglio per meno di un’ora, leggendo poi la sentenza che ha condannato il 20enne a 10 anni e 8 mesi. Ai familiari è stata riconosciuta una provvisionale complessiva di oltre mezzo milione di euro. I genitori e parenti, con grande dignità, hanno ascoltato in silenzio l’esito del processo: poi, però, la madre è esplosa in un pianto inarrestabile.

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