L’emergenza

«Decisiva una diagnosi immediata Ora si potenzino i servizi di prevenzione» 

L’infettivologo: serve più attenzione ai processi di preparazione del cibo 

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Giovanni Sotgiu, docente di Igiene e Statistica medica all’Università di Sassari, fa parte del Consiglio Superiore di Sanità, l’organo tecnico-scientifico che affianca il ministero della Salute. Si occupa in particolare di sicurezza alimentare e ha accolto con grande preoccupazione la tragica notizia dei decessi per intossicazione da botulino di Roberta Pitzalis a Cagliari e di altre due persone, un uomo e una donna, nel Cosentino.

Perché nel 2025 il botulismo è ancora una causa di morte?

«Fa riflettere molto. È una malattia rara, ma quando insorge può avere esiti fatali. Il rischio di avere complicazioni e di andare incontro al decesso è elevato se non diagnosticata immediatamente e se non vengono subito attuati gli interventi terapeutici a partire dall’antitossina che blocca l’evoluzione della paralisi in corso. Nel momento in cui si è in una fase avanzata della malattia è necessario il supporto respiratorio con la ventilazione meccanica».

Che cosa può aggravare il quadro clinico?

«Due elementi epidemiologici fondamentali: il primo è rappresentato dalla quantità di tossina presente all’interno dell’alimento, l’altro è legato alla tipologia di individuo che viene colpito. Un neonato è più difficile da curare anche perché è complicato interagire con lui e comprendere i sintomi. Stesso discorso per un anziano con un quadro clinico complesso. Un ritardo diagnostico è una condizione che in alcuni soggetti può avere conseguenze drammatiche».

Che cosa occorre sapere del botulino?

«È essenziale far crescere la consapevolezza delle persone sull’importanza della sicurezza del cibo. Genitori e nonni, che preparavano le conserve, erano molto più consapevoli di noi dei rischi. Noi abbiamo l’idea che tutto sia sicuro. In realtà non è così. Il processo di preparazione del cibo richiede cura, igiene, attenzione».

Quali contromisure adottare?

«Sicuramente maggiori controlli in occasione di feste e sagre. Verifiche più stringenti su ciò che viene venduto nei chioschi. Ma il botulino può manifestarsi anche in casa con gli alimenti non preparati in modo corretto».

Quali sono le condizioni ambientali che favoriscono la produzione della tossina?

«L’assenza di ossigeno, la presenza di una condizione di non acidità, le temperature. Una temperatura superiore ai 100 gradi, quindi una cottura, può eliminare le spore di Clostridium. La peculiarità del botulino è che l’alimento non necessariamente presenta un aspetto caratteristico rispetto a un cibo sano».

A quali segnali bisogna stare attenti?

«Il gonfiore della scatoletta che contiene l’alimento, l’uscita di un po’ di aria dopo l’apertura, bollicine e liquido nella conserva. Possono essere segnali di alterazione associabili al botulino».

Quanto sono importanti i controlli?

«Abbiamo i dipartimenti di prevenzione delle Asl che, attraverso i Servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione, hanno il compito di effettuare controlli periodici e mirati su situazioni a rischio. Questi servizi devono avere una forza lavoro adeguata ai carichi presenti. Devono essere potenziati. Le tragiche vicende di questi giorni rappresentano un monito a non trascurare la prevenzione».

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