Il caso.

Decarbonizzazione, si tratta 

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Hanno trattato per diversi mesi, con un rimando di bozze e controproposte. Ma adesso viene fuori che la versione del Dpcm Energia – su cui Palazzo Chigi ha messo l’ultima firma attraverso il sottosegretario Mantovano più i ministri Pichetto Fratin (Ambiente), Urso (Imprese) e Salvini (Infrastrutture) – non soddisfa appieno la Regione. Il motivo è soprattutto uno: la Giunta, con in testa l’assessore Cani e la presidente Todde, spingeva per non vincolare la metanizzazione di Porto Torres alla conversione della centrale di Fiume Santo. Invece quel paletto è previsto nel testo approvato dal Governo.

Come si evolverà la questione, è presto per dirlo. Cani, filtra dai suoi, proverà sino a fondo a cercare la correzione. Anche perché il costo delle infrastrutture non ricade né sullo Stato né sulla Regione: la spesa verrà rigirata sulle bollette degli italiani. Elettoralmente, invece, può essere un segnale positivo preparare anche il Sassarese alla metanizzazione.

L’altra questione divisiva riguarda le modifiche al decreto 190/2024, il Testo unico sulle fonti verdi. Sindaci e comitati sardi si sono messi di traverso da subito e anche Cani ha parlato di «regole disordinate e che disorientano». La Regione, però, quelle correzioni le ha di fatto accettate nel momento in cui ha concordato il processo della decarbonizzazione: il Dpcm prevede che il processo venga attuato con «fonti rinnovabili e sistemi di accumulo», insieme alla realizzazione del «Tyrrhenian link» da mille megawatt e ammodernamento del Sacoi, nella versione 3, da 400 megawatt (anche se 100 se li prenderanno i francesi). Il primo è il cavidotto sardo-siculo, il secondo dal nord della nostra passa in Corsica e finisce in Toscana.

La sensazione è che né la Regione né il Governo sappiano come fronteggiare la rabbia dei sindaci. Tant’è: Cani scarica su Roma le colpe di quelle modifiche che «favoriscono la speculazione», secondo le fasce tricolori; dal partito di Giorgia Meloni non mancano di ricordare che la partita del Green deal l’hanno ereditata da Draghi. Resta il fatto che sui 6,264 gigawatt assegnati alla Sardegna dal decreto di Pichetto Fratin di giugno 2025 erano d’accordo sia la Giunta che l’Esecutivo nazionale. I sindaci ce l’hanno bel chiaro. ( al. car. )

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