A 15 giorni dal primo voto regionale che coinvolge Marche e Valle d’Aosta, la campagna elettorale si accende. E rischia di deflagrare sul linguaggio sempre più violento. Al limite dell’odio, paventa qualcuno. La miccia è l’ambiguità sull’omicidio dell’influencer americano Charlie Kirk, che la destra imputa agli avversari e che, insieme alle recenti accuse alla premier per il suo viaggio a New York (sollevate da Italia viva) e al ministro Tajani paragonato dai 5 Stelle a un influencer prezzolato di Israele, fa sbottare il ministro Luca Ciriani.
Botta e risposta
Il responsabile dei Rapporti con il Parlamento, e fedelissimo di Giorgia Meloni, perde l’aplomb e denuncia «un clima da Brigate rosse». Negli Usa, osserva, «viene ucciso un influencer conservatore e qualche intellettuale in tv dice che in fondo se l’è meritata». Subito dopo, l’affondo: «Sono gli stessi ragionamenti che si sentivano ai tempi di Sergio Ramelli e delle Brigate rosse. Questo è il clima che si sta creando». Le opposizioni passano al contrattacco. «Ciriani dovrebbe vergognarsi», risponde Riccardo Ricciardi per M5S. «L’odio lo semina chi lascia morire bambini innocenti e non fa nulla per fermare lo sterminio in corso». Anche Chiara Braga, del Pd, si scaglia contro il ministro: «Deve aver preso troppo sole». Puntuto come al solito, reagisce Matteo Renzi. Chiamato in causa da Ciriani che bolla Italia viva come «un partitino», l’ex premier si inalbera e chiede a Giorgia Meloni le dimissioni di Ciriani, anzi che «gli metta la museruola».
La protezione
Uno scontro che potrebbe avvelenare la corsa degli aspiranti governatori in sette regioni, da qui a novembre. E che rischia di avere ripercussioni ad ampio raggio. A leggerla così è Galeazzo Bignami. Oltre a dare solidarietà a Ciriani, il capogruppo di FdI a Montecitorio annuncia: «La delicatezza di questo momento è confermata dalla scelta del ministro dell’Interno Piantedosi, che ha dato mandato ai tecnici del Viminale di aggiornare i livelli di protezione delle personalità politiche e istituzionali del Paese». Segno, per Bignami, «del clima di tensione». Per cui avverte: «Fratelli d’Italia respingerà ogni tentativo di criminalizzare il confronto».
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