Il caso

Caso Sorgia, alta tensione nella Lega 

I delusi accusano: «I sardi non contano». Partito fuori dalla Regione, fine di un’epoca 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

La Lega si scopre silente – e anche un po’ impaurita – al risveglio dal caso Sorgia: passate ventiquattro ore dall’addio del consigliere regionale al partito, il timore di commentare l’autosospensione fa il giro della Sardegna. Pochi accettano di parlare. E non mancano gli atti d’accusa contro un Carroccio «teleguidato dal Continente e dove i sardi non contano nulla». Ma soprattutto: senza più l’adesione di Sorgia, il primo partito del centrodestra alle Regionali del 2019 esce di scena dal Palazzo di via Roma. È la fine di un’epoca. Il tramonto del potere.

Bocche cucite

Michele Ennas, segretario sardo del Carroccio, è il primo non voler aggiungere niente alla velenosa nota di inizio settimana, in cui «al signor Sorgia» si augurano «le migliori fortune», ma «se è veramente mosso da coerenza, lasci la poltrona, su cui siede esclusivamente grazie alla Lega». Contattato anche ieri, Ennas ha detto: «La posizione del partito» sul caso Sorgia «è stata ampiamente espressa lunedì». Blinda le parole del segretario il deputato Dario Giagoni: «Ha raccontato in maniera esaustiva come stanno le cose. Sorgia invece ha detto bugie: non è vero che nella Lega non c’è condivisione, siamo un gruppo affiatato. Mi dispiace che vada via, perché è preparato. Ma se avesse parlato prima, magari si sarebbe trovata una soluzione. Ci conosciamo, io sono sempre a disposizione di tutti».

L’ex azzurra

Ci mette la faccia Alessandra Zedda, un curriculum lungo così e soprattutto un’adesione alla Lega che per i salviniani sardi è valsa quasi una benedizione. L’ex berlusconiana dice: «Con Alessandro ci conosciamo da una vita. La scelta di autosospendersi me l’ha comunicata ma non l’abbiamo condivisa. Ho provato a dissuaderlo, ma ha preso la sua decisione. Io, invece, nella Lega resto, perché condivido pienamente i valori del partito: la libertà, la difesa delle imprese e del nostro Paese, io sono patriota. Europeista, se non vengono lesi i diritti dell’Italia e della mia Sardegna». Zedda, correggendo in parte il tiro di Sorgia su Anima di Sardegna, dice: «Alessandro ha aderito, ma la lista civica alle Comunali di Cagliari, che ha preso il nome dall’associazione culturale da me fondata, non è un progetto alternativo alla Lega. Insieme abbiamo conquistato due scranni in Comune». Sulle dimissioni chieste dal partito al consigliere regionale, Zedda sottolinea: «La scelta è di Alessandro».

I militanti

E se Sorgia aspetta ugualmente in silenzio le reazioni del partito, da Quartu e La Maddalena i delusi accettano di commentare. Nella terza città sarda, Alberto Palmas è stato coordinatore del Carroccio. «Poi dimissionario, in polemica con la gestione regionale del partito. In Sardegna, nella Lega, le decisioni vengono calate dall’alto. Lo dimostra la nomina del commissario all’Autorità portuale, indubbiamente persona meritevole ma il partito avrebbe dovuto sentire almeno l’unico rappresentante in Consiglio». Così su Ennas: «Non un coordinatore nato da una consultazione elettorale interna, ma imposto da un congresso unitario. Esprimere una preferenza sarebbe stato più democratico, utile e giusto». Quindi la difesa a Sorgia: «Ha fatto bene lasciare la Lega e non deve assolutamente dimettersi. Alessandro è stato eletto con 2.700 voti, un successo personale enorme». Nella Lega funziona così: dopo sei mesi da socio sostenitore, si “acquisisce” il grado di militante, ciò che dà diritto di parola e apre le porte alle candidature interne, oltre alla partecipazione agli incontri. Ma la delusione può fermare lì l’avventura politica. Da La Maddalena, anche Gabriella Giannotti tratteggia un Carroccio «problematico, in cui i componenti territoriali mancano di identità sarda e di cooperazione, non si fa un lavoro di squadra. L’onorevole Sorgia, che era un plus valore per il partito, la collegialità l’ha sempre cercata e trovata solo per futili motivi. La nomina all’Autorità portuale, passata sopra la sua testa, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

Altre reazioni

Sorgia nel giorno dell’addio ha ringraziato sia Ennas che Michele Pais, commissario durante nove mesi quando presiedeva il Consiglio. Ma l’invito a commentare l’autosospensione è declinato: «È una questione che attiene la segreteria regionale». Sorgia è sceso dal Carroccio, declassandolo nell’Isola a partito comunale.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

• Accedi agli articoli premium

• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?