L’emergenza

Caso botulino, epilogo tragico Roberta Pitzalis non ce l’ha fatta 

È morta al Brotzu la 38enne intossicata il 22 luglio a Monserrato 

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Roberta Pitzalis non ce l’ha fatta: è morta a 38 anni su un letto dell’ospedale Businco, dove era stata trasferita dopo un lungo ricovero in Rianimazione al Brotzu a causa di un’intossicazione da botulino scatenata dall’ingestione di guacamole contaminato durante la Fiesta Latina di Monserrato. Ingegnere, lavorava come impiegata in una società del settore finanziario, originaria di Guasila, da tempo viveva nel centro alle porte di Cagliari.

La festa

Il 22 luglio per lei, come per le altre migliaia di partecipanti alla manifestazione in via Caracalla, doveva essere una giornata di spensieratezza. Ma quella salsa usata per condire la pietanza comprata nello stand di cibo messicano, infettata da un batterio capace di sprigionare un’ecotossina killer, le è stata fatale. Ha ucciso lei e portato al ricovero di altre sette persone tra uomini, donne e adolescenti. Un dramma, quello di Roberta Pitzalis, che cambia anche le carte in Procura. All’ipotesi di reato iniziale, ossia lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive, si aggiunge quella di omicidio colposo.

I ricoveri

La trentottenne era stata la prima paziente a finire in ospedale. La diagnosi dell'intossicazione era stata immediata, ma in un primo momento chi l’aveva presa in carico non aveva pensato al botulino, che prima si manifesta creando disturbi gastrointestinali e poi colpisce a livello neurologico. Ma poche ore dopo, la sera tra giovedì 24 e venerdì 25 luglio, al Brotzu, nel reparto di Pediatria, è arrivato anche un bambino di 11 anni. I medici che l’hanno visitato hanno subito pensato all’aggressione della tossina e gli hanno somministrato il siero per contrastare il dilagare dell’intossicazione, anche se la diagnosi non era ancora certa. Nel frattempo al Policlinico si si erano presentati altri due pazienti: una quattordicenne e una sessantaduenne, con gli stessi sintomi. Il dialogo tra gli specialisti dei due ospedali ha permesso di ricostruire la filiera alimentare comune agli ultimi tre ricoverati. Tutti gli indizi portavano alla festa di Monserrato. Ed è stato facile capire che anche Roberta Pitzalis, intanto portata in Rianimazione, aveva partecipato alla serata nella quale era stata aperta e servita la polpa di avocado alterata. Così anche a lei è stato somministrato il siero. Troppo tardi: non si è mai ripresa.

L’inchiesta

Sulla catena di intossicazioni indaga la Procura della Repubblica di Cagliari. Il titolare del fascicolo, il pm Giangiacomo Pilia, oggi incaricherà il medico legale Matteo Nioi di effettuare l’autopsia sul corpo della trentottenne. Solo quelle analisi potranno stabilire l’esatta causa della morte. Nei giorni scorsi lo stesso magistrato aveva reclutato come consulente il super esperto Fabrizio Anniballi, tecnologo alimentare del Dipartimento di sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica dell’Istituto Superiore di Sanità, ma anche responsabile del centro nazionale di riferimento per il botulismo: dovrà esaminare i campioni di tacos e salsa guacamole sequestrati dal Nas e dagli ispettori della Asl a Porto Frailis, ad Arbatax, dove la carovana della Fiesta latina era approdata dopo la tappa monserratina. L’evento era stato bloccato dal sindaco di Tortolì, Marcello Ladu, dopo l’esplosione della notizia sulle intossicazioni. Unico indagato al momento è Cristian Gustavo Vincenti, argentino da tempo residente a Torino, organizzatore della manifestazione e titolare del chiosco nel quale sarebbero stati serviti gli alimenti contaminati, provenienti da uno stabilimento in Perù.

Gli altri pazienti

I casi accertati di intossicazione erano arrivati a otto. Alcuni pazienti, che erano ricoverati in Neurologia, sono stati dimessi nei giorni scorsi. Restano gravi le condizioni dell’undicenne trasferito al Gemelli di Roma: è stato sottoposto a un intervento di tracheostomia. Sta meglio, invece, la quattordicenne che era stata portata al Policlinico. Ora respira autonomamente, ma resta in Rianimazione. Nello stesso reparto è ancora intubata una sessantaduenne.

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