Patrimonio.

Case campidanesi, sviluppo e turismo 

Nasce la Rete Lollas, marchio che abbraccia sei Comuni e dieci dimore 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

Sei Comuni uniti per valorizzare il patrimonio architettonico di case campidanesi del Sud Sardegna. Capoterra, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Selargius e Sinnai danno vita alla rete Lollas, nata per valorizzare e promuovere in chiave culturale e turistica le dimore storiche e gli eventi che ruotano intorno a esse.

Le iniziative

Sono stati presentati ieri nel Municipio di Monserrato, capofila del progetto, i risultati di un anno di lavoro per la ricognizione delle case campidanesi nei rispettivi territori e il coinvolgimento dei proprietari. Le abitazioni di proprietà comunale sono dieci: due a Sinnai, tre a Monserrato, una a Maracalagonis, una a Selargius, due a Capoterra e una a Quartu. A queste si aggiungono una trentina di edifici privati.

La rete funzionerà sul modello dei collaudati “Autunno in Barbagia” e “Saboris Antigus”, con un calendario unico per le manifestazioni che i diversi centri organizzano ogni anno per aprire i cortili storici: “Portalis Obertus” a Monserrato, “Lollas” a Quartu, “Sa Coja Antiga” a Selargius, “Lollas e Pratzas” a Capoterra. Ma l’obiettivo è quello di rendere al più presto i siti accessibili su prenotazione e visitabili durante tutto l’anno, così da creare dei veri e propri poli turistici, da pubblicizzare sotto il marchio Lollas.

Il progetto

Il progetto è organizzato dall’Associazione Enti locali per le attività culturali e di spettacolo e finanziato dalla Regione e dalla Fondazione di Sardegna, con un contributo di 28.600 euro ogni anno. «È necessario che questo bene comune, fulcro dell’economia e della vita familiare passata, si trasformi in un patrimonio culturale da trasmettere alle generazioni future», le parole dell’assessora alla Cultura di Monserrato Emanuela Stara. Spiega la collega del Comune di Selargius, Sara Pilia: «Siamo consapevoli del patrimonio inestimabile che abbiamo e delle difficoltà nel valorizzarlo e renderlo fruibile. Abbiamo tante tradizioni da promuovere, tanta storia da far conoscere, e la rete è un modo per parlare di turismo nel sud della Sardegna, dove non è semplice farlo per i Comuni che non hanno aree balneari». Anche l’assessore alla Cultura di Sinnai, Cristiano Spina, ha sottolineato come «fare rete e confrontarsi sia importantissimo per valorizzare la preziosa eredità architettonica tramandata dai nostri avi».

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

• Accedi agli articoli premium

• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?