Washington. Dalla minaccia di militarizzare la “sua” New York e privarla di miliardi di dollari di finanziamenti se avesse eletto «un sindaco comunista», all’incontro (in programma oggi) con il neo eletto primo cittadino nello Studio Ovale. Donald Trump tende la mano a Zohran Mamdani ma, contemporaneamente, apre un altro fronte di guerra contro l’opposizione accusando di «tradimento» un gruppo di parlamentari dem e minacciandoli di morte. «Il sindaco comunista di New York City, Zohran “Kwame” Mamdani, ha chiesto un incontro», ha annunciato il presidente americano che, oltre a riaffibbiare l’appellativo “comunista”, ha messo in evidenza il suo secondo nome, come era solito fare in modo dispregiativo con Barack “Hussein” Obama. Il colloquio è comunque segno del riconoscimento di un peso politico. E non solo a livello cittadino. Nessuno dei predecessori del socialista, Bill de Blasio o Eric Adams, era stato mai ricevuto in un tete-a-tete con un presidente.
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