Il verdetto

Canada, dal «51esimo Stato» schiaffo a Trump 

Il Partito liberale del primo ministro uscente vince le elezioni legislative 

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Ottawa. Schiaffo a Trump nelle elezioni in Canada, dove i liberal vincono per la quarta volta consecutiva con una storica rimonta di 24 punti, favorita dai dazi e dalle minacce del tycoon alla sovranità del Paese.

Il supertecnico

A guidare il partito a questo successo impensabile sino a qualche mese fa è stato il 60enne ex governatore della banca centrale, prima del Canada e poi d'Inghilterra, Mark Carney, fresco erede di Justin Trudeau come leader della formazione progressista e poco dopo come premier. Ha vinto presentandosi come l'uomo con l'esperienza economica giusta per contrastare le pressioni ostili del tycoon. Sconfitto il partito conservatore di Pierre Poilievre, che ha perso pure il suo seggio: aveva puntato su una campagna in puro stile trumpiano, con tanto di slogan “Make Canada Great Aganin”, poi dopo la tempesta dei dazi ha tentato una retromarcia.

Ieri, mentre continuava lo scrutinio in alcune circoscrizioni, non era ancora chiaro se i liberal avranno la maggioranza di 172 seggi o se dovranno governare con l’appoggio esterno di uno dei partiti minori, tutti ridimensionati. Compreso il partito di sinistra Ndp, il cui leader Jagmeet Singh si è dimesso tra le lacrime dopo otto anni. Trump, che ha imposto dazi al 25% su auto, acciaio, alluminio prodotti in Canada e insistito sino al giorno del voto perché il Paese diventi il 51esimmo Stato americano, ha condiviso su Truth il commento di un utente: «Canadesi, avete davvero votato per l’auto eutanasia per fare un dispetto a Trump? Davvero?».

Orgoglio

E Carney ha mostrato subito i muscoli: Non dimenticheremo il tradimento Usa. I vecchi rapporti con gli Stati Uniti sono finiti, il presidente Trump sta cercando di spezzarci per conquistarci». Poi, invitando il Paese a unirsi per i «difficili mesi che ci attendono, che richiederanno sacrifici», in un’intervista alla Bbc ha detto che il suo Canada merita «rispetto» e «non sarà mai» la 51esima stella della bandiera americana. Nessuna visita a Washington, ha garantito, finché non ci sarà una «seria discussione» sulla sovranità del Canada. E partenariato commerciale e di sicurezza solo «alle nostre condizioni». Carney ha inoltre ventilato maggiori relazioni commerciali con la Ue e il Regno Unito. Anche il suo avversario, Poilievre, ha promesso di collaborare con lui e di anteporre gli interessi del Paese alle lotte partitiche, di fronte alle «minacce irresponsabili» di The Donald.

In alto i gomiti

I legami tra Europa e Canada «sono forti e stanno diventando sempre più forti», ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il premier britannico Keir Starmer ha accolto con favore il «rafforzamento dei legami» con Ottawa, Giorgia Meloni sui social si è congratulata, dicendosi «certa che Italia e Canada sapranno approfondire ulteriormente il loro partenariato di successo», e il presidente francese Emmanuel Macron si dice «impaziente» di lavorare con Carney, citando lo slogan della sua campagna, “Elbow to elbow!”, in alto i gomiti, un riferimento alla tecnica di difesa aggressiva di un campione di hockey del passato, Gordie Howe.

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