Regionali.

Campo largo riunito per Fico e Decaro Veneto, fari su Zaia 

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Uniti in Campania per Roberto Fico, puntando per il voto di domenica e lunedì a una vittoria che sia da trampolino per un’ampia alleanza alle politiche. La foto dei leader progressisti, uniti a Napoli per la chiusura della campagna elettorale, offre una prova di compattezza declinata in diverse sfumature: Elly Schlein «testardamente unitaria», Angelo Bonelli che invita a ritrovarsi dopo le regionali per cominciare a scrivere il programma, Giuseppe Conte che frena gli entusiasmi ribadendo che l’alleanza nazionale è ancora tutta da costruire.

Invece in Puglia le ombre sull’Ilva che verrà e l’eco della mobilitazione a Taranto incombono sul rush finale della campagna elettorale. Ma nel giorno in cui gli operai occupano l’acciaieria, non sembra abbassarsi il vento in favore di Antonio Decaro, l’eurodeputato Dem che corre per il campo largo, premiato dai sondaggi rispetto a Luigi Lobuono, l’imprenditore prestato al centrodestra.

Intanto in Veneto Giovanni Manildo, lo sfidante del centrosinistra, chiuderà con un comizio classico nella sua Treviso, proprio la provincia che dovrebbe garantire a Luca Zaia quel pieno di preferenze che lo porterà, dopo 15 anni da governatore, a vestire i panni del consigliere semplice. Difficile che FdI, con cui si gioca la partita interna al centrodestra, conceda agli alleati leghisti la presidenza dell’assemblea regionale. Anche perché lo schema dei ruoli aveva fatto da corollario al sudato accordo siglato tra Salvini, Meloni e Tajani quasi fuori tempo massimo. Lui, Zaia, ha fatto la sua campagna col tam tam social e lo slogan “Dopo Zaia scrivi Zaia”. Collezionare il sostegno di almeno 100mila elettori sarebbe uno degli obiettivi (anche se c’è chi rilancia addirittura con il doppio). E un suo buon risultato aiuterebbe la Lega a vincere il duello con il partito della premier, che punta a confermarsi primo partito in Veneto dopo i risultati record di politiche ed europee. Fdi, dopo l’evento con Giorgia Meloni, schiererà il capo dell’organizzazione, Giovanni Donzelli, puntando a portare a casa più consiglieri degli alleati (attorno alla quindicina nei pronostici). E già studia i nomi da proporre per la giunta (5, un assessorato andrà anche a Fi), nella quale contano di avere le deleghe più pesanti, dalla sanità al bilancio.

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