Regione

Campo largo in crisi Egas, critiche dal Pd: «Un errore di Todde» 

L’asse tra governatrice e centrodestra tiene alta la tensione in maggioranza 

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Nessuno, a parte Sinistra futura in «silenzio stampa», omette di riconoscere «il momento di difficoltà». Per il resto, nel Campo largo diventato polveriera, l’istinto di sopravvivenza assume toni diversi. E le insidie non sono finite: oggi si riuniscono i 342 sindaci di Abbanoa per decidere sul piano dell’acqua pensato da Alessandra Todde. Ovvero, niente gara internazionale e riconferma di Abbanoa come gestore in cambio di 222 milioni alla Regione.

La linea

Roberto Deriu, capogruppo dem, è l’unico che risponde a tutto. Con risposte vere. Momento duro per il Campo largo? «Si può migliorare», dice. Su Egas, Todde ha sbagliato per la seconda volta dopo il patto del 3 dicembre col centrodestra reiterato mercoledì? «Non so che numero di errore sia, ma certamente è stato un errore». Deriu difende Todde sulla sanità: «Bartolazzi l’ha imposto Conte, non è una scelta della presidente che con l’interim ha schierato la regina, come negli scacchi. Ma il problema non è solo chi guida: nel segmento tecnico-politico, dal Dg al Gabinetto, servono esperti».

La difesa

La frattura Pd-M5S c’è tutta. Netta. Anche se Michele Ciusa, capogruppo dei Cinque Stelle, scansa le mine. Su Bartolazzi silurato dice: «Il rilancio della sanità prosegue al di là dei nomi, il nostro obiettivo è risolvere i problemi». Ieri il Movimento sardo ha fatto un passaggio interno, con un confronto tra i vertici. Ciusa dribbla anche sull’alleanza Todde-centrodestra in Egas: «C’è stato un voto delle fasce tricolori, non politico, in difesa dell’acqua pubblica». Dalla civica Uniti per Todde, Sebastian Cocco, anche lui capogruppo, la legge così: «In Egas inizialmente c’era l’accordo unitario dei sindaci, sul modello delle Provinciali, poi è arrivato il richiamo del Pd al voto di coalizione». Ce n’è anche per i Progressisti: «Ci sono impegni che vanno onorati. Mercoledì, in Aula, c’è stato un momento in cui il numero legale è mancato per due voti, come i loro consiglieri». Cocco, su Bartolazzi a casa, non parla di «fallimento, ma sulla sanità serve un’azione più vigorosa».

L’attesa

Maria Laura Orrù, presidente del gruppo Avs, suggerisce un percorso per la maggioranza: «Più ascolto tra le parti, dialogo e condivisione. Chi sta sbagliando? Nessuno. Stiamo affrontando temi complessi, è chiaro che l’unità di intenti richiede uno sforzo, non senza incidenti». Su Todde nel doppio ruolo di governatrice e assessora, Orrù dice: «Spero che la sanità sarda abbia al più presto una persona capace e dedicata totalmente a un settore così importante e fondamentale per la Sardegna». Dai Progressisti, Francesco Agus, nuovo titolare dell’Agricoltura, replica anche ai civici: «Gli adempimenti legati al rimpasto possono incidere sui lavori d’Aula. Di sicuro, serve più coesione, più concertazione e maggiore unità di intenti, non la ricerca di casi che non esistono. L’accordo sulle Entrate, portato a casa dalla Giunta, impone di approvare il prima possibile la Finanziaria». Sandro Porcu, alla guida di Orizzonte Comune: «Le fibrillazioni ci sono, ma il lavoro della commissione Bilancio, dove mercoledì è stato sentito l’assessore Meloni, dimostra che questa maggioranza lavora seguendo priorità e obiettivi». Per Porcu sarebbe «ingeneroso» parlare di «fallimento alla sanità: siamo al governo della Sardegna da meno di due anni dopo aver ereditato una situazione pesantissima».

Il sistema idrico

L’Assemblea di Abbanoa deve decidere sulla restituzione alla Regione dei soldi con cui la spa venne salvata dal default. La gara internazionale fu imposta dall’Ue in cambio di quell’aiuto. Ma trattandosi di una decisione a carattere patrimoniale, i sindaci non possono decidere in autonomia: serve una deliberazione delle Assemblea civiche. Anche perché i Comuni-soci si espongono a rilievi contabili erariali. Paolo Truzzu, capogruppo di FdI, lancia l’allarme: «Senza una decisione del Consiglio, senza una delibera di Giunta, senza alcun atto della Regione, si sta scaricando sulle spalle dei sindaci una scelta davvero complessa».

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