No, non è un arrivederci. Ha più il suono di un addio, quello che il festival letterario Marina Cafè Noir dà a Cagliari «nel senso del Comune, non dei cagliaritani, che ci hanno sempre seguiti malgrado tutte le difficoltà che abbiamo sempre incontrato nell’organizzazione». Testo e musica sono di Francesco Scanu, uno dei tre direttori artistici di un’iniziativa culturale riconosciuta a livello nazionale, che ha stretto l’accordo con il Municipio di Elmas: è lì, nella suggestione del Parco di Giliacquas, che dal prossimo anno trionferanno i libri.
L’accusa del direttore
«Giliacquas a Elmas è un posto meraviglioso, ma non è questa la ragione della scelta», puntualizza Scanu: «Col Comune di Cagliari c’è stata poca crescita, ma soprattutto una grande difficoltà a lavorare con gli uffici, che hanno posto problemi invece che risolverli», sbuffa Scanu. Lapidaria la risposta dell’Amministrazione comunale: «In bocca al lupo», e fine delle trasmissioni. Non una parola di più, anche se di recente l’assessora alla Cultura, Maria Francesca Chiappe, aveva sottolineato che il contributo comunale era stato raddoppiato.
I malumori
Che sia anche una questione di soldi, ma non soprattutto una questione di soldi, tiene a chiarirlo Francesco Scanu, secondo il quale i rapporti con Palazzo Bacaredda - sede del Municipio del Capoluogo - sono ai minimi storici: almeno a sentire l’associazione culturale Il Chourmo, che da oltre vent’anni organizza il festival letterario al quale hanno partecipato tanti grandi nomi compreso un ben poco conosciuto (all’epoca) Roberto Saviano, con un romanzo promettente intitolato “Gomorra”. Subito dopo la presentazione a Cagliari, Saviano fu messo sotto scorta e ancora lo è.
I nodi
Il primo motivo di questa separazione non consensuale, per gli organizzatori di Marina Cafè Noir, è che «già nelle precedenti Giunte Zedda avevamo chiesto al sindaco di mettere sotto tutela un fiore all’occhiello della programmazione culturale cagliaritana come il nostro festival letterario. Invece ancora partecipiamo al bando annuale per i contributi alle rassegne, come se non fossimo una realtà affermata a livello nazionale», lamenta Scanu. «Al Comune si vantavano di Marina Cafè Noir, ma poi ci ostacolavano, cosa che non accadrà a Elmas perché la sindaca Maria Laura Orrù ci segue da sempre. Ci danno meno soldi, ma anche meno spese perché s’impegneranno a risolvere i problemi di organizzazione. Cagliari, invece, ci tratta come se fossimo un fastidio».
Lo scenario
Volevano il Bastione, gli organizzatori de Il Chourmo, «ma è sempre difficile perché il Comune di Cagliari preferisce accogliere gente ubriaca la notte di Capodanno che far realizzare il villaggio letterario a noi. Prima di Marina Cafè Noir il rione era in mano agli spacciatori, e noi ne abbiamo fatto un salotto culturale molto frequentato. A Elmas non vedono l’ora di averci, sarà tutto diverso e questo è un peccato per il Capoluogo, considerati i riconoscimenti che ottiene Marina Cafè Noir. Ci dispiace», chiude Scanu, «che al Comune di Cagliari si dicano sorpresi, perché questi problemi li denunciavamo da anni. A loro».
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