Settimo San Pietro.

«Acquisteremo il Molino Mascia» 

La decisione del Comune per salvaguardare un pezzo di storia del paese 

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Una pagina degli anni Quaranta del secolo scorso nella Settimo San Pietro che viveva soprattutto di agricoltura, col grano a farla da padrone. Così nacque anche il molino che ha contribuito a fare la storia di quella splendida civiltà contadina. A realizzare l’impianto erano stati due soci, Gigino Mascia e Tittino Bocchiddu. A metà anni Settanta era rimasto solo Mascia e, dal 1999, il figlio Mariano Mascia, che nel mulino del grano ci ha lavorato sino al 2021. Poi la chiusura. Da quasi quattro anni, lo storico impianto è fermo anche se Mariano ha continuato a curarne gelosamente gli igranaggi, come fosse un figlio. Ora è il Comune che ha deciso di acquistarlo, inserendo nel bilancio 300mila euro. L’obiettivo è farne un museo, pronto a raccontare a tutti le splendide pagine che paese che fu, con l’obiettivo di salvaguardare uno dei pezzi di storia dell’intera comunità.

Il passato

Per quasi 75 anni, nel Molino Mascia si è macinato continuamente il grano per produrre la semola, la farina e il cruschello. Da loro si ricavava il pane ( su coccoi , su modditzosu , su civraxiu nieddu ). Dal cruschello, si arrivava al pane integrale dietetico.

La decisione

Nell’ultima edizione della Festa della malvasia, nell’ottobre scorso, l’impianto è stato per qualche giorno riaperto alle visite suscitando grande attenzione. «L’antico Molino Mascia - ha detto il sindaco Gigi Puddu – è uno dei più importanti esempi della tradizione settimese. Con la produzione soprattutto del grano, in gran parte finito, dagli anni Quaranta, nel molino del paese. Proprio per salvaguardare questo patrimonio storico e identitario – ha aggiunto il sindaco Puddu - l’amministrazione comunale ha intrapreso il progetto di acquisizione dell’impianto dopo alcune interlocuzioni con la famiglia Mascia, per la quale questo straordinario monumento ha giustamente uno straordinario valore affettivo. Qualora questa operazione dovesse concludersi positivamente, il patrimonio del Comune e quindi di tutta la comunità di Settimo si arricchirà del valore materiale ma soprattutto immateriale di questo straordinario monumento legato indissolubilmente alle nostre radici contadine».

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