Cronaca

«Abbiate cura delle vostre vite» 

Appello dall’altare al funerale di Omar Masia, con i genitori l’amico che guidava 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

Il padre e la madre di Omar appena dietro la bara, vicino a loro Enrico, l’amico di sempre del ragazzo morto domenica, dopo un tragico volo dal ponte di Baldu. Enrico era l’amico fraterno di Omar ed è anche la persona che guidava la Bmw schiantata sul greto del torrente. Massimiliano, Manuela ed Enrico camminano con lo stesso passo, lo stesso dolore in faccia. Il silenzio dice quello che le parole non possono spiegare. Ieri pomeriggio nella chiesa di Santa Giusta a Calangianus, il funerale di Omar Masia ha rivelato il tragico significato della tragedia. Nel baratro del ponte avvolto dal buio sono sprofondati la vita di Omar, la sua famiglia, Enrico, gli amici dei due ragazzi, i Vigili del fuoco in ogni angolo d’Italia, che hanno saputo di un collega che ha soccorso il figlio morente. Tutti ieri erano uniti nel dolore straziante e nel silenzio. Il silenzio è stato ovunque, anche dentro la chiesa durante la messa. Ha sovrastato l’omelia del vescovo di Tempio, Roberto Fornaciari e le poche parole del funerale.

Il silenzio per Omar

Lo ha detto Massimiliano Masia dall’altare, commosso: «Ragazzi, da certe cose non si torna indietro. Ragazzi, vedere tutta questa gente davanti a me, in silenzio, fa veramente male». Nessuna parola superflua, a Calangianus, ma i suoni e i segni delle persone che da domenica soffrono e piangono per un collega. Il sagrato della chiesa di Santa Giusta è pieno di bande gialle, sono le divise ignifughe dei Vigili del fuoco. Schierati, vicino al carro funebre, e davanti alla chiesa. C’è il comandante provinciale Antonio Giordano, c’è una delegazione del comando regionale, ci sono i Carabinieri che domenica sono intervenuti a Baldu, nelle campagne di Tempio, dopo la tragedia, ci sono poliziotti, finanzieri, tante divise. Dice un vigile del fuoco: «Non è una parata, noi siamo qui per Massimo e la gente in divisa che vedi è quella che incontriamo ogni giorno nel nostro lavoro. Anche loro sono qui per Massimiliano, che ha visto il figlio morire». Il silenzio non viene interrotto neanche da un applauso. Si sente invece il suono dell’elicottero con la livrea bianca e rossa dei Vigili del fuoco che volteggia su Calangianus.

La bara sul carro gru

Sulla bara ci sono fiori bianchi e dopo la messa viene caricata sul carro gru dei Vigili del fuoco. Il Corpo rende onore al ragazzo e al coraggio del padre. Sempre il silenzio è padrone dalla chiesa di Santa Giusta sino al cimitero. All’arrivo del carro gru, i Vigili del fuoco azionano tutte le sirene dei mezzi giunti a Calangianus da diversi comandi dell’Isola. Il parroco Andrea Domanski parla davanti alle tantissime persone che si sono radunate davanti al cimitero, dice: «La famiglia di Omar vi ringrazia per la vicinanza e la solidarietà che avete manifestato. Mi rivolgo ai ragazzi che sono qui, abbiate cura delle vostre vite». E poi di nuovo il silenzio. In cimitero entrano per primi Massimiliano e Manuela, il padre e la madre di Omar, poi subito dietro c’è Enrico e uno sciame di ragazzi in lacrime. La bara viene portata a spalle da sei vigili del fuoco. Anche loro piangono, per il collega che ha visto il figlio morire.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

• Accedi agli articoli premium

• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?