Regione

Abbanoa, il piano votato dagli azionisti è a rischio blocco 

Racugno: il controllo ai sindaci se non si oppone un creditore 

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Con il passaggio della Regione dal 70 al 20% delle azioni, i Comuni ritornano protagonisti. Sempre che qualche creditore sociale non blocchi l’operazione. Uno su tutti: la Banca europea degli investimenti con cui Abbanoa ha un contratto di finanziamento per un valore di duecento milioni di euro destinato a infrastrutture per il servizio idrico. L’operazione è quella avviata due giorni fa e illustrata agli azionisti (Regione e 342 Comuni) dal presidente del gestore unico dell’acqua, Giuseppe Sardu: per affrontare la restituzione dell’Aiuto di Stato da 223 milioni (il patrimonio netto di Abbanoa è di 340 milioni) e proseguire nella gestione pubblica della società, occorre che la Regione diluisca la sua partecipazione nella società. Venerdì l’assemblea degli azionisti ha votato per questo percorso. Ma si tratta di una strada percorribile?

Riduzione volontaria

«Questa è un’operazione di riduzione volontaria del capitale sociale», spiega Gabriele Racugno, ordinario di diritto commerciale ed esperto di diritto societario, «capitale da ridurre in modo tale che la Regione scenda sotto il 20%, cosicché la maggioranza sarà detenuta dai Comuni». Il problema tecnico è semplice. Il capitale sociale è un valore che garantisce tutti coloro che sono creditori della società. All’articolo 2445, terzo comma, il codice civile prevede che in caso si decida di ridurre il capitale, la delibera non sarà immediatamente efficace, deve essere infatti pubblicata nel registro imprese della camera di commercio, e attendere tre mesi perché qualunque creditore che si senta danneggiato possa fare opposizione.

Allora, l’operazione illustrata da Sardu è percorribile? «Sì», sostiene Racugno, «ma c’è un imprevisto: un creditore importante può sentirsi danneggiato dal fatto che il suo debitore sta depauperando il suo patrimonio». In teoria, nel caso specifico, il primo a sentirsi danneggiato potrebbe essere proprio la Bei che aveva fatto un grosso finanziamento. Per il professore va considerata anche un’altra questione: «Finanziatori importanti come le banche, oltre a stabilire le regole del finanziamento specifico magari da restituire tra un anno con tot interessi, stabiliscono anche clausole particolari». I cosiddetti covenant, ovvero accordi specifici legati a un finanziamento.

Serve il consenso

Esiste qualche covenant tra la Bei e Abbanoa, per esempio il divieto di toccare il capitale? Venerdì, nella sua lunga relazione introduttiva, Sardu ha spiegato che «sono stati analizzate nel dettaglio le modalità giuridico societarie di restituzione». In particolare, «il parere legale ha evidenziato la necessità di preservare i covenant e i vincoli previsti ai sensi del contratto che Abbanoa ha in essere con la Bei e, quindi, rappresentato la necessità di definire tempi e modalità di restituzione alla Regione dell’Aiuto di Stato». Questo, «affinché la Bei possa preventivamente concedere il proprio consenso». Consenso che ancora manca. Ad ogni modo, se un creditore ritiene che l’operazione lo stia danneggiando, fa opposizione in tribunale dove sarà istruita una causa.

Insomma, la strada indicata da Sardu, e condivisa dalla presidente della Regione Alessandra Todde, potrebbe essere più tortuosa del previsto. (ro. mu.)

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