Il caso

Abbanoa, il controllo ai sindaci 

Il sì alla restituzione degli aiuti di Stato riduce la quota della Regione 

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Gli azionisti di Abbanoa (Regione e 342 Comuni sardi) hanno scelto la via: sì alla restituzione dell’Aiuto di Stato da 223 milioni di euro e no all’apertura di una gara internazionale aperta ai privati. Presente l’86,6 per cento del capitale sociale, la decisione è stata presa ieri mattina dall’Assemblea col 92,1% dei voti favorevoli e il 7,99% di astensioni. C’erano il presidente Giuseppe Sardu, protagonista di un lunghissimo intervento introduttivo, la presidente della Regione (azionista per il 70%) Alessandra Todde, il presidente di Egas Fabio Albieri e i sindaci, tra cui il primo cittadino di Cagliari Massimo Zedda, che si è astenuto.

Il presidente

«È stata un’assemblea molto importante e partecipata», ha detto Sardu dopo la votazione dell’ordine del giorno, «è stata presa una decisione che è un indirizzo per i prossimi mesi». E cioè, «lavorare affinché l’occasione della restituzione alla Regione di oltre 223 milioni sia la condizione essenziale per il superamento dell’Aiuto di Stato e intraprendere un nuovo percorso per mantenere la gestione dell’acqua ad Abbanoa, quindi interamente pubblica, superando il rischio definitivamente di una gara che avrebbe portato all’ingresso di un privato nella gestione dell’acqua sarda».

La restituzione, di fatto, comporta una decapitalizzazione. Oggi, infatti, il gestore unico dell’acqua ha un capitale sociale di 288 milioni, e soprattutto un patrimonio netto pari a 340,264 milioni di euro (aumentato rispetto allo scorso anno di 2,6 milioni). Patrimonio che, quando la decisione degli azionisti sarà attuata, ammonterà a 120 milioni circa. Senza la restituzione, sarebbe necessario – come chiesto dalla Commissione europea – l’espletamento di una gara internazionale aperta ai privati.

Regione sotto il 20%

Per la governatrice Alessandra Todde «è stata fatta una delibera che dà un indirizzo chiaro per il futuro della gestione di Abbanoa: un servizio idrico integrato con capitale interamente pubblico secondo criteri di trasparenza, efficienza e tutela dei cittadini». L’acqua, «non è un bene di mercato né un asset da valorizzare per conto di pochi, ma un servizio pubblico essenziale. E questo vale anche per la gestione in un vero sistema integrato che reinternalizza anche il servizio di depurazione, finora completamente demandato all’esterno». Per rendere possibile questo percorso, ha aggiunto, «la Regione diluirà la sua partecipazione in Abbanoa (la Ras dovrebbe passare al 20%) e i Comuni rafforzeranno la loro partecipazione».

Il caso Egas
Da Todde, anche un passaggio anche sulle tensioni legate alla riconferma di Fabio Albieri, sindaco di Calangianus ed esponente del centrodestra, alla guida di Egas, l'ente regolatore del servizio idrico integrato: «Tutti i sindaci si sono congratulati per la sua nomina. Questo conta, i temi politici li lascerei altrove».

Da parte sua, Albieri ha chiarito che «ora gli obiettivi sono quelli di concludere il percorso oggetto della stessa assemblea di Abbanoa di oggi, cioè rafforzare la gestione del servizio idrico integrato della Sardegna. Nel Comitato, siamo d’accordo con la presidente della Regione e con i Comuni della Sardegna perché questo venga garantito». Quanto alla sua elezione, si è detto sorpreso che sia diventata un caso politico: «Ho guidato una lista unitaria perché ritengo sbagliata una spaccatura degli enti locali su questo fronte». (ro. mu.)

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