L’introduzione delle schede elettroniche ha profondamente trasformato il settore dei dispositivi elettronici, grazie alla loro efficienza e alla capacità di ridurre l’ingombro delle apparecchiature. Questi componenti, infatti, gestiscono le funzioni interne di un’ampia varietà di strumenti, contribuendo a renderli molto compatti, leggeri e performanti.

Al giorno d’oggi sono elementi essenziali sia nelle tecnologie avanzate impiegate in ambito industriale, sia nei dispositivi di uso quotidiano, utilizzati in contesti domestici e professionali.

La possibilità di integrarli facilmente ha accelerato lo sviluppo di soluzioni sempre più evolute, migliorando prestazioni, affidabilità e versatilità in moltissimi campi applicativi. Di conseguenza, è cresciuto in modo significativo anche il ruolo dei produttori di schede elettroniche, costantemente impegnati nello sviluppo di dispositivi sempre più piccoli e potenti.

Cosa sono le schede elettroniche

Come già accennato, la scheda elettronica è un elemento fondamentale all’interno di qualsiasi sistema elettronico, in quanto rappresenta l’unione tra hardware e software capace di gestire e coordinare il funzionamento di una macchina.

Si tratta di un circuito stampato sul quale sono montati componenti che permettono la comunicazione tra le diverse parti elettriche dell’apparato, migliorandone l’efficienza e le prestazioni. In pratica, la scheda elettronica agisce come un vero e proprio cervello, in grado di attivare e regolare la parte meccanica della macchina stessa.

È presente in una vasta gamma di dispositivi, dagli elettrodomestici più comuni come forni, lavatrici e computer, fino a impianti industriali complessi come macchine automatizzate o gruppi di continuità.

Come vengono prodotte

Per realizzare le schede elettroniche si parte dalla fase di progettazione, gestita da ingegneri e progettisti esperti. Il processo inizia con la richiesta del cliente, che descrive le proprie necessità al produttore. Se non ci sono particolari difficoltà, si passa alla progettazione usando software CAD (Computer Aided Design).

Fatto ciò, si passa alla realizzazione dei prototipi, che vengono poi testati per escludere eventuali errori. Se i test vanno a buon fine, si prosegue, altrimenti il progetto viene modificato. La produzione vera e propria si articola in quattro fasi principali.

La prima riguarda il montaggio dei componenti, che può avvenire manualmente o in modo automatizzato, a seconda della tecnologia scelta. In seguito, viene effettuato un controllo visivo per rilevare eventuali difetti estetici o strutturali. A questo segue una serie di test elettronici per verificare il corretto funzionamento dei circuiti. Infine, si esegue un collaudo finale per garantire che la scheda operi come previsto in condizioni reali.

Chi le ha inventate

La storia delle schede elettroniche ha inizio nel 1903, quando l’inventore Albert Hanson depositò un brevetto per un dispositivo costituito da un conduttore piatto montato su un pannello isolante a più strati.

Sebbene l’invenzione di Hanson fosse molto diversa dalle schede moderne, essa ha rappresentato probabilmente il punto di partenza per lo sviluppo delle attuali PCB (Printed Circuit Boards) e delle schede elettroniche.

La sua idea di utilizzare materiali isolanti e conduttori disposti in modo specifico, infatti, ha gettato le basi per l’evoluzione tecnologica che ha portato alla realizzazione delle schede elettroniche moderne, fondamentali per il funzionamento di innumerevoli dispositivi elettronici oggi in uso.

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