Una mobilitazione così forte, a tutti i livelli, in Sardegna mai si era vista. E per tre giorni, da oggi a giovedì, i tanti protagonisti in campo si ritroveranno a Cagliari, a Nuoro e a Lula, per caldeggiare il progetto e fare il punto sullo stato dell’arte dell’Einstein Telescope, il grande rivelatore di onde gravitazionali di terza generazione, lo strumento che studierà l’universo, indietro nel tempo fino al Big Bang e guardando al futuro, per capire quale sarà il nostro destino. Dunque c’è un solo obbiettivo e, per raggiungerlo, questa volta Regione e governo, enti di ricerca e territorio sono schierati su un fronte unico. Il verdetto arriverà nel 2026.

Ci stanno lavorando scienziati ed esperti di varie materie, tecnici, politici, amministratori, in Europa, a Roma (il Governo) e nell’Isola, per portare a casa un risultato che sarebbe straordinario: costruire l’opera nell’area della miniera di Sos Enattos a Lula. La candidatura è più che lanciata, ora si tratta di perfezionarla e dettagliarla, in una sfida con un altro sito – che a dire il vero ha connotati meno validi del nostro, come il silenzio e la stabilità sismica – quello di Limburg, tra Olanda, Belgio e Germania.

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