In un contesto internazionale condizionato dalle voci ricorrenti sui dazi americani, ma anche dai cambiamenti climatici e dai gusti dei consumatori che cambiano, condizionando il livello dei consumi, il comparto vitivinicolo italiano si trova a fronteggiare nuove sfide. Secondo Andrea Pala, consulente enologo di importanti aziende in diverse regioni italiane, proprio la flessione delle vendite riguarda in particolare alcune tipologie di prodotto e impone una revisione delle strategie produttive e commerciali. «I dati parlano chiaro: si consuma meno vino rosso, soprattutto nelle versioni più strutturate e complesse. Crescono invece i bianchi freschi, le bollicine e, in misura minore ma significativa, i rosati. Il consumatore medio», evidenzia Andrea Pala, «cerca oggi vini più leggeri, versatili, immediati, adatti a momenti di consumo informale e occasioni sociali differenziate».

Parallelamente, si rafforza una tendenza già in atto da alcuni anni: consumi più contenuti, ma più attenti alla qualità, all’identità territoriale e alla sostenibilità ambientale. «Il vino è sempre meno un’abitudine quotidiana e sempre più una scelta consapevole. Si beve meno, ma si cerca un prodotto che abbia una storia, una coerenza, una visione», sottolinea l’enologo.

Il cambiamento riguarda anche le modalità di acquisto e di fruizione. Il canale digitale si è consolidato come una componente strutturale della distribuzione, con piattaforme specializzate, abbonamenti personalizzati e degustazioni online. Allo stesso tempo, l’enoturismo continua a crescere, trasformando il vino in esperienza culturale e relazionale. «La filiera deve valorizzare il racconto, l’accoglienza, il contatto diretto. Il prodotto da solo non basta più», evidenzia ancora Andrea Pala. Le prospettive per il settore passano da un adeguamento rapido e strutturale alle nuove logiche di consumo. «Serve una riflessione profonda sulle produzioni, sulla comunicazione e sull’identità di ciascuna azienda. Chi saprà leggere correttamente questi segnali», conclude Pala, «potrà non solo superare la crisi, ma trovare nuove opportunità di sviluppo, in Italia e all’estero».

(Unioneonline)

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