L'ultimatum imposto dall'Azienda per la Tutela della salute sarebbe scaduto il 6 giugno.

In tale data sono cessati infatti i 15 giorni di tempo che Ats aveva concesso ad Aias affinché questa producesse garanzie certe sul pagamento degli stipendi correnti e pregressi ai lavoratori.

Un conto che ormai sfiora le 10 mensilità arretrate.

Parlavano chiaro le carte con cui l'Ats comunicava ad Aias di aver accertato inadempienza nei confronti dei circa 1.300 dipendenti del gruppo: se entro la scadenza non fossero arrivate garanzie certe sarebbe stata avviata la rescissione della convenzione tra sistema sanitario regionale e gruppo Randazzo, come previsto dallo stesso contratto firmato dall'azienda.

Dei pagamenti ai lavoratori non c'è traccia, ma Aias, fa sapere l'ufficio stampa dell'Ats "ha inviato, entro i termini, delle comunicazioni che la direzione sta attentamente valutando".

Di più non è dato sapere.

Permane dunque grande incertezza sia in merito all'eventuale sostituzione del gruppo Aias, sia soprattutto riguardo ai tanti stipendi attesi da lavoratori ormai disperati.

Una situazione che porta i segretari regionali di Fp Cgil, Cisl, Uil e Usb a chiedere un incontro urgente alle istituzioni dopo quello recente nel quale avevano ottenuto garanzie sul fatto che la procedura di rescissione dei contratti con Aias sarebbe andata avanti senza intoppi.

Al nuovo incontro i sindacati chiedono presenzi anche l'Aias. "Che di suo sembra compiere solo passi indietro facendo ai sindacati proposte irricevibili", rimarca Giovanni Zedde, Fp Cgil Sulcis.

Il riferimento è ad alcune riunioni già tenute da Aias con le sigle sindacali alle quali è stato chiesto (lo riporta in una infuocata nota il segretario Fp Cgil Cagliari Giorgio Pintus) "di evitare di turbare l'opinione pubblica e la sensibilità delle banche provvedendo ad un embargo delle informazioni ai media e alla sospensione della tutela legale dei lavoratori per il recupero degli arretrati".

Proposte rifiutate.

"Prima provano ad allontanarci, ora ci cercano. Siamo all'assurdo" commenta Zedde che chiede anche che "nel sostituire Aias non venga dato spazio ad una nuova monocommittenza per non ricadere negli errori del passato".

Una situazione che rimane dunque intricata con i tanti dipendenti ormai stremati ancora ad attenderne l'evoluzione anche per sapere se continueranno a restare in organico all'Aias o ad altri soggetti privati che sostituiranno eventualmente il gruppo Randazzo.

Simone Farris
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