Zedda: “La Regione non crede nell’assistenzialismo, il lavoro è dignità”
Per l’esponente della giunta Solinas, “il reddito di cittadinanza non è uno strumento di politica attiva, meglio promuovere l’occupazione”
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"La Regione non crede nell'assistenzialismo perché il lavoro non è solo reddito ma dignità. Il reddito di cittadinanza non è uno strumento di politica attiva, come dimostrano le esigue percentuali di inserimento lavorativo, ma uno strumento di sostegno al reddito. Può anche restare, ma le nostre politiche vanno in un'altra direzione, verso il sostegno e la promozione dell'occupazione e della formazione professionale".
Lo ha detto l’assessore regionale Alessandra Zedda –secondo cui è fondamentale mettere al centro la persona –, in apertura del convegno "Riprendiamoci il lavoro", oggi a Cagliari.
L’esponente della Giunta Solinas è convinta che, tra gli ostacoli alla ripresa, ci sia anche la burocrazia.
"Bisogna riflettere su come snellirla per semplificare i rapporti tra i cittadini e le istituzioni - ha dichiarato -. Anche il ruolo dei partiti deve evolversi in un ruolo di sintesi delle esigenze delle comunità".
All’evento ha preso parte anche l'arcivescovo Giuseppe Baturi, che ha sostenuto l'importanza di "rincominciare proprio dal lavoro e dal tema della sua dignità: la crisi sia un'occasione per dare un nuovo orientamento alla vita, non mi auguro un ritorno al pre-Covid, ma un nuovo inizio perché l'emergenza ha dimostrato le storture e le differenze nelle condizioni di vita delle persone".
Nel sistema professionale un ruolo molto importante è ricoperto dall'università.
"Al Senato accademico - ha spiegato il rettore dell'ateneo di Cagliari, Francesco Mola - è passata la proposta di Piano triennale che prevede di lavorare sull'istituzione di lauree professionalizzanti, che non significa togliere la formazione ordinaria ma è un'aggiunta che va a inserirsi in un segmento di persone che hanno esigenze diverse. Noi dobbiamo continuare a investire sull'alta formazione. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è la propulsione iniziale per la transizione ecologica, qualcosa che i ragazzi di oggi vedranno tra 30 o 40 anni".
"La sfida - ha concluso - è quella di usare questa occasione per ridare dignità alle persone, significa investire sul lavoro per avere un futuro migliore. Il Piano deve essere capace di sapersi aggiornare, perché l'innovazione arriva quando meno ce l'aspettiamo. Noi lavoriamo affinché i nostri laureati e le nostre laureate possano affrontare le sfide del futuro".
(Unioneonline/F)