Ombre e misteri dietro i 6 milioni di tessere in stampa: chi paga?
Chi ha ordinato le card per il reddito di cittadinanza? A quale tipografia? Quanto costano ai cittadini? Il sottosegretario Castelli: "Lo sappiamo io e Di Maio"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Sono già in stampa 6 milioni di tessere". Ha fatto discutere l'annuncio del ministro del Lavoro e capo politico del M5S Luigi Di Maio sulle card destinate all'erogazione dell'approvando reddito di cittadinanza.
Polemiche rinfocolate dalle parole pronunciate in tv da un'altra esponente pentastellata del governo, Laura Castelli, sottosegretario all'Economia. "Dove le stiamo stampando? Lo sappiamo io e Di Maio che abbiamo lavorato insieme al progetto". Top secret, dunque, finché "non verrà approvato il documento".
Affermazioni che lasciano più di una perplessità e destano ragionevoli dubbi. Su tutti: com'è possibile che sia stato affidato un incarico, del valore di milioni e milioni di euro, per rendere operativo un provvedimento che di fatto non è ancora stato preso e del quale nessuno conosce il contenuto?
È come, per intenderci, se il dirigente di un'azienda ordinasse milioni di buoni pasto per i dipendenti senza aver ottenuto né il permesso né il budget dal consiglio di amministrazione solo perché secondo lui sarebbe giusto. O come se un ragazzino avesse incaricato una tipografia di realizzargli 5mila inviti alla sua festa di compleanno senza avere avuto il consenso e la paghetta da parte dei genitori confidando di ottenerli.
E, in questo caso, dirigenza e genitori di cui sopra altro non sono che il Parlamento sovrano.
Ma, fuori di metafora, quale sarebbe l'iter ufficiale cui dovrebbe sottostare l'ordine, da parte dell'esecutivo o di un ministero, per la stampa dei 6 milioni di tessere?
Lo abbiamo chiesto a Eugenio Comincini, senatore del Partito democratico, componente della Commissione Finanze di Palazzo Madama, bancario di professione ed ex sindaco a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano.
In 10 anni da primo cittadino ha spesso e volentieri avuto a che fare con appalti e affidamenti. Il meccanismo dunque lo conosce alla perfezione.
Andiamo al punto: il governo o il ministero hanno facoltà di stampare 6 milioni di tessere?
"La prima cosa da sottolineare è che il reddito di cittadinanza è, al momento, solo un progetto generale contenuto in un testo presentato dal governo. Non ci sono dettagli, non ci sono cifre. Quindi non si capisce come si possa solo pensare di commissionare tessere per usufruire di qualcosa che, al momento, non esiste. Ma non finisce qui...".
Ovvero?
"Completato o no, dettagliato o meno, il provvedimento elaborato dal governo giallo-verde ancora non ha avuto l'ok del Parlamento, necessario e obbligatorio in quanto siamo in una repubblica parlamentare. Dunque facciamo delle ipotesi: per qualche motivo Camera e Senato decidono di non ratificare il testo. Oppure improvvisamente scoppia una crisi di governo. In entrambi i casi il testo non potrà diventare legge. E i 6 milioni di tessere chi le paga? Di Maio e la Castelli?".
Il governo, però, confida nella fedeltà della maggioranza parlamentare e potrebbe essersi, per così dire, portato avanti...
"Anche in questa eventualità le cose non quadrano. Per affidare la stampa delle tessere governo o ministeri hanno due sole strade".
Sarebbero?
"L'affidamento diretto all'Isitituto Poligrafico e Zecca dello Stato o bandire una gara d'appalto. Nel primo caso un dirigente dovrebbe firmare per autorizzare la stampa. Ma dubito che qualunque funzionario si assuma la responsabilità di portare avanti un iter basato su una legge priva di dettagli e soprattuto non approvata dal Parlamento".
E nel secondo caso?
"Nel secondo caso il bando dovrebbe essere pubblico, quindi ci dovrebbe essere un capitolato, con tanto di dettagli e di cifre. Non certo qualcosa di top secret come ha detto il sottosegretario Castelli".
Quali conclusioni trae?
"Delle due l'una: o Di Maio ha mentito oppure ha ordinato le tessere in maniera irregolare, o per lo meno non consona, esponendo le casse pubbliche a un impegno di spesa che meriterebbe di essere approfondito dalle autorità competenti".
Secondo lei è plausibile che un ministro e un sottosegretario non forniscano dettagli?
"Dal mio punto di vista è inconcepibile".
Come se ne esce?
"Un nostro deputato, Luciano Nobili, ha presentato una richiesta di accesso agli atti. Speriamo di avere presto una risposta che possa fare luce su una vicenda con tante, troppe ombre".
Luigi Barnaba Frigoli
(Unioneonline)