Lavoratori sardi verso Roma: "In piazza per un confronto serio col governo" VIDEO
Sono in partenza da Cagliari e da Olbia per partecipare alla manifestazione di Cgil, Cisl e UilOltre mille lavoratori sardi sono in partenza alle 18 dal porto di Cagliari con la nave Moby Dada della Tirrenia per partecipare alla manifestazione unitaria nazionale indetta per domani in piazza San Giovanni a Roma da Cgil, Cisl e Uil. Altri 800 partiranno invece da Olbia, sempre a bordo dei traghetti Tirrenia.
"Una mobilitazione generale - spiegano - a sostegno della piattaforma sindacale unitaria e della richiesta al Governo di aprire un confronto serio e di merito sulle scelte per il Paese".
Creazione di lavoro di qualità, investimenti pubblici e privati, infrastrutture, equità fiscale, rivalutazione pensioni, interventi sugli assi strategici e rafforzamento del welfare, sanità, istruzione, servizi sociali, rinnovo dei contratti pubblici, maggiori risorse per i giovani, le donne e il Mezzogiorno: queste, in sintesi, le priorità di Cgil, Cisl e Uil.
Critica anche la posizione su "quota cento" che pur rappresentando un’opportunità soprattutto per i lavoratori pubblici e per i dipendenti privati delle aree forti del Paese, non supera affatto la legge Fornero e lascia ancora aperti i temi delle garanzie previdenziali, per i giovani, le donne e i precari.
In sostanza - accusano i sindacati - crea nuove disuguaglianze di trattamento fra le persone.
Bocciata anche la misura del reddito di cittadinanza che "discrimina le persone con criteri discutibili che prestano il fianco a possibili abusi e rischia di generare un conflitto tra poveri: si fa confusione tra assistenza sociale e politiche del lavoro, con il rischio di vanificare entrambe le strategia sperperando ingenti risorse pubbliche e annullando così ogni buona intenzione. A sostegno di queste politiche il Governo ha scelto di indebitare il Paese, impegnato già da oggi a reperire ulteriori 53 miliardi di euro per scongiurare l’aumento indiscriminato dell’Iva sui consumi delle famiglie, fino al 26,5 per cento a partire dal 2020".
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