La Fed alza i tassi. E Trump vuole licenziare il numero uno Powell
La banca centrale americana ha "disobbedito" al presidente americano, tirando dritto nonostante i suoi appelliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Donald Trump sta pensando di licenziare il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, dopo la decisione della banca centrale americana di alzare i tassi e tagliare le stime del Pil.
Una misura che in pratica ha "disobbedito" al presidente Usa, che in una serie di tweet aveva apertamente chiesto di non alzare i tassi, invitando ad "ascoltare il mercato".
Powell ha invece replicato che la Federal Reserve "è in contatto con centinaia di persone" e analizza "migliaia di dati", per prendere le migliori decisioni possibili "e sono certo che non ci sia nulla che possa distrarci dal farlo".
I tassi di interesse sono stati alzati di un quarto di punto, dal 2,25% al 2,50%. La banca centrale ha annunciato di aver rivisto le previsioni di crescita e inflazione per il 2018 e il 2019 negli Stati Uniti, e si attende ora un aumento del Pil del 3% quest'anno e del 2,3% l'anno prossimo, contro rispettivamente il 3,1% e il 2,5% delle precedenti proiezioni. L'inflazione cala all'1,9% per il 2018 così come per il 2019, contro il 2,1% e il 2% delle ultime stime.
Nella dichiarazione finale diffusa dopo due giorni di riunione, il Comitato di politica monetaria ha scritto che "giudica che alcuni ulteriori rialzi graduali saranno coerenti con l'espansione sostenuta dell'attività economica, le forti condizioni del mercato del lavoro e l'inflazione vicino all'obiettivo del 2%". L'inflazione moderata negli Stati Uniti "consente di essere pazienti sui rialzi dei tassi", ha chiarito Powell.
(Unioneonline/D)