Si può iniziare a tirare un sospiro di sollievo, ma senza cantare vittoria: il bilancio turistico della stagione estiva nel Sud Sardegna è positivo, con un incremento di presenze totali che, stando alle stime di Federalberghi e in attesa dei dati ufficiali, oscilla tra 8 e 10%.

Ma non è tutto farina del sacco della macchina sarda delle vacanze.

A dare al comparto turistico cagliaritano la spinta che serviva sono stati gli sconvolgimenti politici e i conflitti nel Nord Africa e Medio Oriente che hanno costretto le agenzie di viaggio e le compagnie di navigazione a trovare nuove destinazioni.

Un dato falsato che però contribuisce a far risalire, anche quest'anno, il precipizio del -17% di presenze registrato nel 2011.

L'incremento riguarda soprattutto i turisti stranieri, il 46% del totale, ma quest'anno il desiderio di una vacanza in Sardegna ha riportato anche lombardi, laziali e toscani, tartassati negli scorsi anni dalla pressione fiscale che li aveva portati a scegliere destinazioni più economiche.

Sul mercato straniero si assiste a un costante aumento dei flussi dalla Germania, Svizzera, Francia e Nord Europa mentre si registra una flessione per quanto riguarda i russi.

Il punto sulla situazione è stato fatto durante il confronto, organizzato da Federalberghi, tra l'assessore regionale al Turismo, Francesco Morandi, gli operatori e la Confcommercio, rappresentata dal presidente della Sardegna Meridionale, Alberto Bertolotti. «A Cagliari città il dato si aggira tra 2 e 5%», ha spiegato Mauro Murgia, presidente di Federalberghi del Sud Sardegna, «un incremento inferiore, anche se in crescita costante, dovuto a un numero di collegamenti aerei internazionali inferiore rispetto al passato».
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