Arriva dall’Unione europea il parere favorevole allo sblocco delle movimentazioni dei capi bovini allevati in Sardegna, fermi da mesi a causa dell’emergenza legata alla dermatite nodulare bovina. Una decisione accolta positivamente da Cia Agricoltori Italiani Sardegna, che però sollecita ora un intervento rapido per sostenere le aziende danneggiate.

«Cogliamo positivamente il parere favorevole espresso dalla Comunità europea in merito allo sblocco delle movimentazioni», dichiarano i rappresentanti dell’organizzazione agricola. Il via libera dell’Europa, sottolineano, deve però essere «solo l’avvio» di una serie di misure urgenti per un comparto già provato dai mesi di stop forzato e da una serie di criticità strutturali.

Secondo Cia Sardegna, è necessario che vengano «celermente emanati gli atti» che consentano la ripresa delle attività degli allevatori, insieme alla pubblicazione dei bandi per l’erogazione dei ristori. «Le aziende devono poter beneficiare dei sostegni previsti e di cui si è da tempo discusso, quale misura per alleviare, in parte, i danni economici e gestionali derivati dai mancati guadagni causati dal blocco delle movimentazioni e dagli abbattimenti dei capi», afferma l’associazione.

La dermatite bovina, ricordano da Cia, è solo l’ultima emergenza ad aver colpito il settore agricolo sardo. A questa si sommano gli effetti dei cambiamenti climatici, la scarsità di risorse idriche, i danni degli incendi estivi, le fitopatie, la riduzione delle risorse comunitarie della PAC e l’impatto dei dazi statunitensi, oltre al rischio di speculazioni sul territorio.

(Unioneonline/Fr.Me.)

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