Nuovo taglio del cuneo fiscale, oltre tre miliardi sul periodo maggio-dicembre 2023 che andranno a finire nelle buste paga dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi.

La misura, pensata per «sostenere il potere d’acquisto delle famiglie», è stata approvata ieri in Consiglio dei ministri con il via libera al Def, il Documento di economia e finanza.

L’ultima legge di bilancio aveva confermato il taglio di due punti dei contributi sugli stipendi fino a 35mila euro lordi, oggi viene confermato quel taglio e si aggiunge un ulteriore punto ma solo per le retribuzioni fino a 25mila euro.

In sostanza, stipendi che restano identici a quelli della seconda parte del 2022 e di questo inizio 2023 sopra i 25mila euro lordi e che sotto tale soglia aumenteranno di 25-30 euro al mese, spiega Il Sole 24 Ore.

La crescita quest’anno, si legge nel Def, si attesterà all’1%, in rallentamento rispetto al 3,7% del 2022 ma meglio delle previsioni. Di qui il tesoretto di 3 miliardi che il governo utilizzerà per il taglio del cuneo, che pesa molto sulle tasche di imprese e famiglie.

Il Def 2023 approvato dal consiglio dei ministri conferma l'approccio "prudente e realistico", con l'obiettivo di "mostrare serietà e affidabilità" ai mercati e all'Ue. Il punto di partenza è un contesto economico-finanziario in cui si sono affievoliti gli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, ma pesa l'incertezza legata oltre che alla guerra, al rialzo dei tassi di interesse e all'affiorare delle crisi delle banche.

Ma nonostante questo, l'economia italiana continua a mostrare "una notevole dose di resilienza e vitalità", assicura il Ministero dell'economia e delle finanze. A dare fiducia è anche il fatto che i più recenti indicatori "segnalano che nei primi mesi del 2023 l'economia del Paese ha ripreso a crescere". Di qui la scelta di fissare l'asticella del Pil per quest'anno al +1%, alzando di 4 decimali la previsione dello 0,6% fatta a novembre nella Nadef.

«La prudenza di questo documento è ambizione responsabile», sottolinea il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. «Le riforme avviate intendono riaccendere la fiducia nel futuro tutelando la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerà i nuclei numerosi».

(Unioneonline/L)

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