"Abbiamo sempre detto che la pandemia, oltre alle preponderanti ragioni sanitarie, si sarebbe portata dietro anche strascichi di natura finanziaria per le amministrazioni locali. Gli interventi messi in campo dal governo sono stati importanti, ma parziali e non vanno a coprire tutti le azioni che i Comuni hanno messo in campo per assistere le persone".

Lo ha dichiarato il presidente dell'Anci Sardegna, Emiliano Deiana, commentando l'allarme lanciato dal Comitato delle Regioni Ue, che ha parlato di un buco da 22,8 miliardi nelle casse degli enti locali italiani lasciato dall’epidemia di coronavirus.

"Abbiamo vissuto un tempo, all'inizio dell'ondata pandemica, in cui non era facile reperire mascherine e dispositivi di protezione individuale o erano venduti a prezzi esorbitanti - ha spiegato -. Queste spese, insieme a quelle di carattere sociale, sanitario, legate ai trasporti non sono mai state rifuse completamente: tanto nelle città quanto nei Comuni minori".

"Senza considerare le Regioni come la Sardegna - ha concluso -, che si accollano per intero la spesa sanitaria e che dovrebbero essere sostenute con più vigore dal Governo e dalla Ue almeno per le spese aggiuntive causate dalla pandemia".

(Unioneonline/F)

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