Confartigianato: "Quell'esercito di abusivi che danneggia le imprese regolari"
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In Sardegna due imprese artigiane su tre, in totale oltre 23mila, soffrono la concorrenza sleale di un numero imprecisato di aziende in nero e "sommerse".
Questo i dati del dossier "L’Artigianato maggiormente esposto alla concorrenza sleale del sommerso", realizzato dall’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI attraverso dati Istat e UnionCamere-Infocamere.
Stessa sorte tocca ai dipendenti regolari: circa 56mila occupati regolari artigiani, ogni giorno, devono combattere contro un vero e proprio "esercito" di quasi 9mila lavoranti sconosciuti.
"Il lavoro sommerso è una cancrena che sta portando alla devastazione tutto l’artigianato – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – una situazione che o la si combatte ancora più duramente oppure potrebbe condannare migliaia di imprese alla chiusura in pochi anni".
I SETTORI COLPITI - Tra i vari settori, riporta il dossier, le costruzioni sono le più colpite con 13.148 imprese esposte alla concorrenza sleale. Seguono le imprese di servizi alla persona e benessere (parrucchieri, estetisti, ecc) con 4.312 realtà, in rappresentanza del 18,6% del settore, 2.589 imprese di trasporti e facchinaggio (l’11,1%).
Tra le province, 8.713 imprese esposte alla concorrenza sleale si trovano a Cagliari (di cui 4.425 imprese dell’edilizia), segue Sassari con 8.411 realtà (di cui 4.949 edili), poi Nuoro con 4.156 (2.630 edili) e Oristano con 1.942 (1.144 costruzioni).
"L’abusivismo è strettamente collegato alla crisi ma non deve essere tollerato - commenta Stefano Mameli, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna - uno dei settori particolarmente a rischio, oltre l’edilizia, è quello dei parrucchieri ed estetiste, spesso ex dipendenti licenziati che continuano ad esercitare a casa loro, poi ci sono idraulici ed elettricisti che arrotondano anche se non prestano più i loro servizi ufficialmente. Questo esercito di abusivi, non solo fa concorrenza sleale alle imprese regolari ma determina una rilevante evasione fiscale e contributiva".
(Unioneonline/D)