Coldiretti: «È ancora emergenza idrica nel Sud Sardegna»
L’associazione evidenzia come la situazione rimanga critica, con invasi a livelli preoccupanti e restrizioni ancora attive sull’uso dell’acquaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il Sud dell’Isola continua a fare i conti con una crisi idrica che, in alcune zone come l’alto Cixerri e parte del Sulcis, ha raggiunto livelli di emergenza.
A lanciare l’allarme è Coldiretti Cagliari, che evidenzia come la situazione rimanga critica, con invasi a livelli preoccupanti e restrizioni ancora attive sull’uso dell’acqua.
Secondo l’ultimo report dell’Autorità di Bacino, il quadro resta invariato rispetto alle scorse settimane, aggravando le incertezze per agricoltori e allevatori, già messi a dura prova da mesi di carenza idrica.
«La situazione è insostenibile – dichiara Giorgio Demurtas, presidente di Coldiretti Cagliari –. Le soluzioni tampone adottate finora non bastano più: servono interventi strutturali per sostenere gli invasi, aumentarne la capacità e migliorare le infrastrutture. Solo così potremo garantire stabilità alle imprese agricole e all’intero territorio».
Anche il direttore dell’organizzazione, Giuseppe Casu, insiste sulla necessità di un cambio di passo: «Serve una strategia chiara per il futuro idrico della Sardegna. Non possiamo più affrontare ogni estate con l’acqua alla gola, letteralmente».
Un segnale positivo arriva dal comprensorio di Ballao, dove la Regione ha affidato al Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale la gestione del distretto irriguo locale. Una decisione accolta favorevolmente da Coldiretti, che la definisce «un esempio virtuoso da seguire».
«Restituire centralità ai Consorzi di bonifica significa rimettere gli agricoltori al centro delle scelte che riguardano il loro futuro – sottolinea Casu –. Sono enti nati dal territorio, che conoscono le esigenze reali e possono agire con maggiore rapidità rispetto alla burocrazia regionale».
Coldiretti avverte che senza interventi strutturali si rischia non solo di mettere in ginocchio l’economia agricola del territorio, ma anche di accelerare lo spopolamento delle campagne.
«Ogni crisi che colpisce agricoltura e allevamento – aggiunge Casu – allontana le persone dalle zone rurali, lasciando intere aree senza presidio e aumentando il rischio di incendi, degrado ambientale e perdita di identità culturale».
L’associazione conclude con un appello alla politica regionale affinché si passi dalla gestione dell’emergenza alla programmazione a lungo termine.
«Ogni euro investito oggi in progettazione e prevenzione vale più di un risarcimento domani – ribadiscono Demurtas e Casu –. È il momento di pianificare, non più di rincorrere».
(Unioneonline/Fr.Me.)