La crisi di Carige - la banca genovese commissariata dallo scorso 2 gennaio dalla Bce - è dovuta alla "gestione scellerata non solo per l'incompetenza dei manager ma anche per le commistioni della politica".

Lo ha detto il vice premier Luigi Di Maio intervenendo alla Camera per rispondere a un'interpellanza sulla crisi dell'istituto di credito ligure.

Il leader del Movimento 5 Stelle ha definito un "segreto di Pulcinella" il fatto che "vecchia politica e banche siano andate a braccetto".

Ha poi detto di voler "pronunciare nomi e cognomi" di personaggi legati al "disastro", citando Alessandro Scajola, fratello dell'ex ministro Claudio Scajola, e Luca Bonsignore, figlio di un ex eurodeputato del Popolo delle libertà.

"Si passa da destra a sinistra", ha affermato ancora Di Maio, che ha fatto anche i nomi di Giovanni Marongiu, sottosegretario alle Finanze nel governo Prodi I, e Alessandro Repetto, ex presidente della Provincia di Genova e parlamentare dell'Ulivo.

Luigi Di Maio (Ansa)

"Nei periodi in cui si sono create le maggiori sofferenze, giocavano a fare i banchieri: lo si capisce dalle operazioni temerarie", ha contuato il vicepresidente del Consiglio dei ministri.

"Per un lungo periodo Carige ha assunto rischi molto alti su numerose operazioni discutibili, con perdite su crediti per diversi miliardi", ha aggiunto, "tra questi troviamo: un debito di 450 milioni per i finanziamenti erogati al Gruppo Messina; 250 milioni concessi con estrema leggerezza (come ha sottolineato anche Bankitalia) al Parco degli Erzelli, una cittadella tecnologica fortemente voluta dalla politica ligure realizzata solo a metà sulla collina di Cornigliano; 35 milioni per un mutuo concesso al gruppo Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone; 20 milioni al gruppo che fa capo Beatrice Cozzi Parodi".

Inoltre, "prestiti o fidi, in parte sanati ma che hanno provocato sofferenze alla banca, sono stati erogati ad alcune società riconducibili al dottor Enrico Preziosi e alla Prelios, società che faceva capo a Pirelli Re, del gruppo Pirelli", ha detto Di Maio.

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha infine ipotizzato un intervento da parte dell'esecutivo per salvare l'istituto: "Non so se interverremo ma se mettiamo dei soldi, la banca diventerà dei cittadini. In passato i soldi andavano solamente a coprire chi aveva creato il danno. Noi eviteremo che questo pesi sui lavoratori e i cittadini del territorio. I risparmiatori non dovranno pagare le colpe dei manager - ha aggiunto - Ai responsabili chiederemo di restituire i mega-bonus visto il disastro che hanno creato".

(Unioneonline/F)
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