Bekaert di Macchiareddu in vendita, l'allarme dei sindacati: a rischio 287 posti di lavoro
Fiom, Fsm e Uilm chiedono alla Regione la convocazione urgente di un tavolo istituzionalePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La fabbrica Bekaert di Macchiareddu è in vendita e i suoi 287 lavoratori tra diretti e indotto rischiano di essere travolti dall'ennesima crisi industriale dell'Isola.
La denuncia è dei segretari dei metalmeccanici Fiom Cgil, Fsm Cisl, Uilm Uil Marco Mereu, Marco Angioni e Alessandro Andreatta, che fanno appello alla Regione affinché convochi un tavolo istituzionale con la massima urgenza.
L'annuncio è arrivato come un fulmine a ciel sereno - dicono i sindacati - in un incontro convocato dalla Confindustria Sud Sardegna, al quale era presente il management europeo e locale della multinazionale Bekaert Sardegna S.p.A che nella sede di Macchiareddu produce cordicelle in acciaio per pneumatici. Il Consiglio di amministrazione europeo di Bekaert ha deliberato la messa in vendita dello stabilimento, affidando dal primo ottobre l'incarico di ricerca di un acquirente a una società internazionale.
«E' una scelta che apre scenari drammatici in un territorio già segnato dalla desertificazione industriale e dalla mancanza di prospettive per i giovani», affermano i segretari dei metalmeccanici sottolineando che «237 lavoratori diretti e circa 50 lavoratori dell'indotto rischiano di pagare il prezzo di un ennesimo disimpegno industriale dall'Isola».
Per Fiom, Fsm e Uilm non si tratta solo di una singola vertenza aziendale ma di un emergenza sociale: «La Sardegna non può permettersi di perdere un sito produttivo che rappresenta un patrimonio industriale e occupazionale con oltre cinquant'anni di storia alle spalle».
Fra le ragioni della crisi sottolineate dall'azienda, ci sarebbero i costi di trasporto tripli rispetto ai competitor e il peso insostenibile dell'energia in Sardegna, che penalizza le imprese energivore.
Da qui la richiesta di un impegno immediato da parte delle istituzioni, alle quali i sindacati indicano tre obiettivi netti: scongiurare l'ennesima fuga di una multinazionale dalla Sardegna, analizzare tutte le possibili soluzioni per la salvaguardia industriale e occupazionale, individuare strumenti concreti di sostegno, rilancio e sviluppo, prima che vengano assunte decisioni irreversibili.
(Unioneonline)