«Recito per regalarmi emozioni e per condividerle con gli spettori», così Valerio Mastandrea racconta il suo mestiere d’attore e regista al pubblico che sabato notte ha affollato la platea del Festival della Marina di Villasimius.

Le oltre 400 sedie non sono bastate per un pubblico che è accorso alla piazza del porto sin dal tramonto. Oltre loro, chi accomodato sulle panchine del lungo mare, chi sulle sediette portate da casa e tantissimi in piedi, tutti hanno seguito rapiti il confronto che ha visto protagonisti l’artista romano con le colleghe-amiche Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi.

«Come Valerio sono un’attrice di strada, randagia, che si è fomata sul set e non nelle scuole di recitazione», ha raccontato Golino subito dopo aver spiegato il suo rapporto con Goliarda Sapienza, un’altra randagia (forse) ma con diverse radici.

Festival della Marina Villasimius (Foto Roberto Murgia)

All’autrice de “L’arte della gioia” Golino non deve solo il romanzo che le ha permesso di affermarsi come regista anche tra il grande pubblico con la trasposizione televisiva del romanzo, ma anche un fondante rapporto giovanile.

«Avevo 18 anni e andavo da lei a migliorare la dizione», ha detto Golino, «mi ci mandò il suo ex marito, il regista Citto Maselli con cui poi girai “Storia d’amore”».

Fu un rapporto intenso che al momento agli occhi di una ragazza non poteva far presagire quanto sarebbe stato fondante. Ed è sullo stretto rapporto tra letteratura e cinema che il dialogo ha trovato molti momenti di riflessione. Non è stato un caso che in prima fila ad ascoltare rapito ci fosse Stefano Petrocchi, patron del Premio Strega, e il poeta Stefano Dal Bianco (vincitore dello Strega Poesia nel 2024) che questa sera prenderanno il testimone sul palco di Villasimius insieme allo scrittore Andrea Bajani, neo campione del più importante concorso letterario italiano.

Festival della Marina Villasimius (Foto Roberto Murgia)

Diversa la formazione di una magnetica Valeria Bruni Tedeschi. «Recito per provare la vertigine della vergogna», ha confessato articolando la sua spiegazione. Un andare oltre se stessi, spingendosi oltre la propria confort zone e lasciarsi trasportare da sentimenti o reazioni che a volte sono indomabili come la volta che scoppiò a ridere durante una scena drammatica. Pensò di aver commesso un errore, invece il regista ritenne quella sua reazione perfetta.

Pungolati da Francesca Serafini (sceneggiatrice esperta e scrittrice, saggiamente è stata scelta come direttrice artistica dall’inventore del festival Luigi Ferrara) i tre grandi artisti hanno riempito l’incontro di aneddoti divertenti delle loro carriere facendo risaltare una grande complicità fra loro.

Ma la serata non si è esaurita quando Golino, Mastandrea e Bruni Tedeschi sono scesi intorno alle 23 dal palco. Generosamente, nessuno di loro si è sottratto alle foto ricordo e agli autografi con il pubblico dimostrando che quella semplicità ed empatia non era messa al servizio solo del palcoscenico ma fa parte delle loro vite. 

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