È tempo di vendemmia anche tra i filari di Cannonau, Monica e Nuragus e all’Istituto Agrario “Duca degli Abruzzi” di Elmas. Nella piana tra l’aeroporto e la SS 131 i giovani delle quinte classi e della “sesta” sono impegnati nel taglio dei grappoli sotto l’attenta guida della Dirigente scolastica Maria Antonietta Atzori e del capo azienda dell’istituto, Salvatore Pulisci, che sovrintende alla cura e all’allevamento dei 5 ettari di vigneti della scuola. E se la produzione di quest’anno si annuncia buona in tutta l’Isola sia per qualità che per quantità, nella Cantina dell’Istituto Agrario si punta alla qualità: “È una scelta didattica – spiega a L’Unione Sarda - Maria Antonietta Atzori – perché ci interessa formare enotecnici che sappiano produrre vini di qualità”.

“In questi ultimi decenni si è compresa l’importanza della qualità dell’uva da Vino – spiega Ettore Crobu, docente di Scienze Agrarie -, con la qualità si riesce a valorizzare le produzioni e anche il territorio, basti pensare le zone della Toscana dove si produce il Brunello di Montalcino”, e in Sardegna al Cannonau e al Vermentino.

“La forma di allevamento delle viti, nell’ottica di una produzione di qualità, è quella del cordone speronato per i rossi e del guyot per i bianchi”, spiega Pulisci. La vendemmia si annuncia quindi di ottima qualità con una produzione di circa 50 quintali per ettaro e una previsione di circa 15mila litri di prodotto che andranno a riempire le bottiglie delle tre etichette di Doc e delle tre Igp di proprietà dell’Istituto: “I primi sono il Semelia, Su Masu e il Roseum – spiega Maria Antonietta Atzori – mentre per quanto riguarda i Doc le nostre etichette sono il Kastigu, Kirma e il Moscato, tutte in vendita, come gli altri prodotti dell’azienda agricola, nel nostro spaccio aziendale”.

Si annuncia un’ottima produzione quindi anche per le condizioni climatiche favorevoli: “Quest’estate caratterizzata da un caldo torrido è stata provvidenziale – afferma Pulisci, il capo azienda - perché ha preservato gli alberelli autoctoni dagli attacchi dei parassiti e dei funghi quali oidio e botrite, fatta eccezione per qualche raro caso negli alberelli di Chardonnay, che comunque non è un vitigno tipico dell’isola”.  Dopo il taglio l’uva viene messa in cassette e portata in cantina dove si utilizza la pigiadiraspatrice che prima separa i raspi e poi li pigia. Il mosto quindi in serbatoi in acciaio inox e fatto fermentare nei tini a temperatura controllata di circa 18 gradi per i bianchi per circa 15 giorni mentre i rossi a circa 26 gradi per una settimana circa.

Il vino è anche un’opportunità di lavoro: “L’istituto offre agli studenti la possibilità specializzarsi con la frequenza del sesto anno per conseguire la qualifica di enotecnico – spiega la dirigente scolastica -. Quest’anno abbiamo 14 studenti della sesta classe che conseguiranno il titolo – conclude Maria Antonietta Atzori –, e sono figure molto ricercate dalle cantine sociali e da quelle private, sempre alla ricerca di personale specializzato”. Tutti i ragazzi formati lo scorso anno sono stati immediatamente assunti “a testimonianza di quanto è valido questo percorso didattico”.

LE IMMAGINI:

© Riproduzione riservata