Intenso weekend ad Alghero, città protagonista della “Festa della Musica”. Sabato 24 giugno nello straordinario scenario dell’area archeologica del Nuraghe Palmavera ci sarà il musicista Enzo Favata conosciuto anche sulla scena jazz estera come sassofonista, compositore e autore di musiche originali per cinema, radio e teatro. Insieme a lui, il ricercatore, divulgatore scientifico e noto volto della tv Mario Tozzi. Il duo presenterà, dalle 21, lo spettacolo “Uomini e Virus”.

Favata, come nasce l'idea di realizzare questo progetto con Mario Tozzi?

«Io e Mario Tozzi ci conosciamo da 20 anni. Ci siamo incontrati al festival di Perfugas “Mille e un Nuraghe” e da quel momento in poi abbiamo iniziato a sentirci, fino all'idea di creare una vera e propria collaborazione. Il primo progetto realizzato insieme è stato quello dedicato ad Atlantide, ovvero alla Sardegna, il secondo al “Mediterraneo, origini del Mito” e il terzo, quello che sarà rappresentato all'interno della Festa della Musica, ha come oggetto il rapporto, appunto, tra “Uomini e Virus”. L'idea nasce da un suo libro di successo basato su come il virus ha determinato degli effetti sull'uomo. Nello spettacolo Mario Tozzi racconta il virus ponendosi nelle vesti del virus stesso e raccontandone gli effetti, nel corso dei secoli, e cosa ha determinato sulla Terra, contribuendo anche alla sua evoluzione. Si tratta di uno spettacolo che, pur essendo pronto dal 2020, ha dovuto attendere per essere proposto e questo proprio perché eravamo ancora in grande pandemia e per noi quello è stato un periodo difficile vista l'impossibilità di fare al meglio il nostro lavoro, ovvero avere il contatto col pubblico. Abbiamo atteso un anno e poi in accordo coi nostri promoter abbiamo ripreso a fare dei live debuttando a Roma nel settembre del 2021, ma essendo ancora “fresca” la pandemia abbiamo atteso un altro anno per ripartire a pieno regime con anche il ritorno su Alghero».

Cosa si deve aspettare il pubblico?

«Se dovessi fare un'estrema sintesi, è uno spettacolo che ha anche l'obiettivo di esorcizzare il periodo pandemico e dare una visione distaccata dei virus che comunque hanno contribuito, volenti o nolenti, all'evoluzione della terra. Per quanto riguarda la nostra presenza sul palco, il pubblico dovrà aspettarsi qualcosa di diverso dal solito. Due persone che improvvisano e che creano un film dove le immagini sono quanto proposto da musica e parole e non da immagini vere e proprie, ciò anche per marcare una differenza rispetto al mondo di oggi dominato dalla superficialità, social e tik tok. Inoltre, Mario Tozzi ha nel suo parlato, anche quando appare in tv, una marcata musicalità che nello spettacolo emerge tutta, mentre io, a differenza di altre occasioni, mi dedico alla creazione di basi e atmosfere tramite l'uso dell'elettronica. Potremmo apparire anche come un duo jazz che improvvisa, del resto per me se Mario fosse un musicista sarebbe sicuramente un trombettista».

Qual è, oggi, lo stato della musica?

«La musica sta benissimo, anche se viaggia in maniera diversa. Mi spiego meglio, è come se la musica cosiddetta commerciale sia una moto a due tempi, mentre il resto della musica è un diesel che, però, nonostante l'apparente minore velocità di diffusione attraversa e abbatte le barriere e i confini. Questo senza essere né sprezzanti né ipercritici, ma è evidente che la prima, spesso, svanisce nel breve, mentre l'altra riesce a vivere di più e questo grazie anche ai live e agli spettacoli col pubblico che, finalmente, dopo il duro periodo pandemico sono ritornati ad essere proposti. Sempre a confermare quello che, volenti o nolenti, è un rapporto eterno tra “Uomini e Virus”».

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