Sguardo all'altare, spalle ai fedeli e rito in latino: questo tipo di messa non sarà più possibile nelle parrocchie.

Chi vorrà celebrare con il rito preconciliare dovrà rivolgersi al vescovo, che deciderà il giorno e assegnerà un luogo per la funzione e un sacerdote, verificando che però questo non sia lo strumento per porsi contro le novità del Concilio Vaticano II e del magistero dei Pontefici.

Papa Francesco ha deciso con un Motu Proprio una stretta sulla messa cara ai tradizionalisti.

Si tratta di "una situazione che mi addolora e mi preoccupa", scrive Bergoglio nella lettera ai vescovi che accompagna il suo provvedimento, sottolineando che "l'intento pastorale dei miei Predecessori", Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi, proteso al "desiderio dell'unità" è stato "spesso gravemente disatteso".

Il Pontefice chiede ai vescovi maggiore responsabilità e vigilanza su coloro che chiedono di celebrare la messa antica. Era "una possibilità offerta da san Giovanni Paolo II e con magnanimità ancora maggiore da Benedetto XVI al fine di ricomporre l'unità del corpo ecclesiale nel rispetto delle varie sensibilità liturgiche" ma "è stata usata - sottolinea il Santo Padre - per aumentare le distanze, indurire le differenze, costruire contrapposizioni che feriscono la Chiesa e ne frenano il cammino, esponendola al rischio di divisioni".  "Al pari di Benedetto XVI, anch'io stigmatizzo che in molti luoghi - sottolinea ancora Francesco - non si celebri in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura venga inteso come un'autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale porta spesso a deformazioni al limite del sopportabile".

Il Motu Proprio "Traditionis custodes" è principalmente indirizzato a quella parte dei cattolici che guardano indietro e ritengono con il rito antico di preservare "la vera Chiesa". 

(Unioneonline/F)

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