Roghi nel Montiferru, una tesi di laurea e un progetto per evitare nuovi disastri
Il lavoro degli studenti Francesco Gallittu e Giuseppina PintusPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una tesi di laurea sul rogo che ha colpito Santu Lussurgiu e le campagne della Sardegna centrale la scorsa estate, e un nuovo progetto dell’Università di Cagliari nato dalla collaborazione scientifica tra i docenti del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell'ateneo con la Protezione civile. Obiettivo: individuare le aree più a rischio di disastri naturali a causa della perdita del patrimonio boschivo conseguente ai roghi.
Il lavoro è degli studenti Francesco Gallittu (originario di Iglesias) e Giuseppina Pintus (Seneghe), relatrice Stefania Da Pelo.
"La prima considerazione - sottolineano i neo dottori Gallittu e Pintus - ha riguardato i considerevoli effetti degli incendi sul territorio. Non solo per la perdita del patrimonio boschivo, ma anche per le modifiche che possono portare sui suoli, modificandone le caratteristiche, e per i conseguenti effetti di erosione e instabilità che possono presentarsi sui versanti".
Dalla ricerca è emerso un aspetto chiave: l'analisi dei territori è decisiva. Sono state queste le premesse che hanno portato alla collaborazione tra Dipartimento, Ordine dei geologi regionale e Protezione civile.
"Un gruppo di volontari dell'Ordine, presieduto da Davide Boneddu, si è attivato al fianco della Protezione civile e delle municipalità colpite - spiega la professoressa Da Pelo - L'obiettivo? Individuare le aree critiche che avrebbero potuto manifestare fenomeni di dissesto. Alle prime piogge le previsioni sono state confermate, con diffusi fenomeni di erosione e dissesto, fortunatamente di bassa e media intensità".
Alla presentazione dei risultati delle ricerche, poi raccolte nella tesi, hanno preso parte, per la Protezione civile, il direttore generale Antonio Pasquale Belloi e i geologi Stefano Loddo e Vittorio Uras, e una delegazione del consiglio nazionale e regionale dell'Ordine dei geologi.
"Abbiamo riscontrato le criticità degli strumenti di pianificazione che applicano metodi di valutazione della suscettività in maniera statica, facendo una fotografia della situazione aggiornata al momento della redazione della cartografia - continua Da Pelo - Gli strumenti cartografici sono strumenti che necessitano di continui aggiornamenti per l'intrinseca caratteristica dei sistemi naturali di evolvere nel tempo. Lo studio condotto dagli studenti con la mia supervisione ha dimostrato che è possibile costruire dei modelli dinamici per la valutazione della suscettività, considerando gli scenari possibili in seguito a modifiche del territorio, come quelli causati dagli incendi".
(Unioneonline/v.l.)